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Cassazione: licenziato il capo che si prende troppe confidenze con le dipendenti


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Con l’ordinanza n. 27363 del 26.09.2023, la Cassazione afferma che è legittimo il licenziamento irrogato al responsabile del personale per aver dato una «pacca sul sedere» ad una collega ed aver espresso apprezzamento sul fondo schiena di un’altra collega, rappresentando dette condotte un chiaro indice di mancanza di rispetto tale da ledere la dignità della persona e la sua stessa professionalità.

Il fatto affrontato

Il lavoratore impugna giudizialmente il recesso irrogatogli per aver dato una pacca sul sedere ad una collega e per aver proferito commenti a sfondo sessuale nei confronti di un’altra collega, entrambe sue sottoposte.
La Corte d’Appello rigetta la predetta domanda, ritenendo i due episodi sufficienti per integrare la giusta causa di licenziamento.

L’ordinanza

La Cassazione – nel confermare la pronuncia di merito – rileva che il contatto fisico forzato e gli apprezzamenti volgari verso le colleghe sono espressioni oggettivamente incompatibili con una corretta dinamica relazionale nel contesto di una realtà professionale.

Secondo i Giudici di legittimità, in presenza di tali atteggiamenti, non è necessario verificare la gravità che le vittime possano aver attribuito agli episodi, in quanto la volgarità dei gesti ha un oggettivo disvalore sociale e si traduce in un atteggiamento irrispettoso che può minare la serenità dell’ambiente e generare una condizione di turbamento.

Per la sentenza, in altre parole, detti gesti integrano la giusta causa di licenziamento a fronte dell’obiettivo disvalore sociale della condotta.

Su tali presupposti, la Suprema Corte rigetta il ricorso proposto dal lavoratore, confermando la legittimità del recesso, stante la violazione delle basilari norme della civile convivenza e dell’educazione.

A cura di Fieldfisher