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INPS – Circ. n. 143 del 9.12.2020 : Contratto di espansione – esonero dal contributo addizionale


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Con circ. n. 143 del 9.12.2020 , l’ INPS recepisce le indicazioni del Ministero del Lavoro e delle politiche Sociali relative all’esonero dall’obbligo di versamento del contributo addizionale per i datori di lavoro che aderiscono al contratto di espansione. 

L’art. 26-quater del DL 30 aprile 2019, n. 34 ( cd. Decreto Rilancio ) ha, infatti, novellato l’art. 41 del D.L 14 settembre 2015, n. 148 con cui è stato introdotto in via sperimentale per gli anni 2019-2020, il contratto di espansione.

Pertanto, le indicazioni a suo tempo fornite al paragrafo 4 della circ. n. 98 del 3.09.2020 in merito al versamento del contributo addizionale sono da ritenersi superate. Il datore di lavoro potrà quindi procedere all’eventuale recupero degli importi già versati, mediante conguaglio nella denuncia contributiva mensile.

Con un mix di misure di politiche attive e passive, il contratto di espansione prevede l’immissione in azienda di nuove forze in organico e, parallelamente, l’avvio di un processo di riqualificazione del personale finalizzato all’aggiornamento delle competenze individuali e collettive.

Con riguardo al personale in forza, ove non utilizzabile in maniera produttiva a fronte dei cambiamenti tecnologici da introdurre o già introdotti, la legge sul contratto di espansione evidenzia due opzioni:

a) concordare un’uscita anticipata dei lavoratori che hanno maturato il requisito di anzianità contributiva ai fini della pensione e, inoltre, si trovano a non più di 5 anni dalla pensione di vecchiaia o anticipata. Risolvendo il rapporto di lavoro con tali lavoratori, la circolare segnala che le imprese datrici di lavoro sono tenute a versare il cosiddetto ticket di licenziamento ( circ. n. 40 del 19.03.2020 ) previsto dalla l. n. 92/2012;

b) procedere a riduzioni di orario tutelabili attraverso il ricorso alla cassa integrazione straordinaria, garantendo ai lavoratori un’adeguata attività formativa finalizzata alla riqualificazione e all’aggiornamento delle loro competenze professionali.

Lo strumento ha avuto nell’anno trascorso alcune difficoltà attuative, vuoi anche per l’utilizzo limitato alle sole aziende con più di 1000 dipendenti. La Legge di bilancio 2021 potrebbe, dunque, rappresentare una seria opportunità di rilancio per lo strumento, con l’obbiettivo di gestire le ristrutturazione aziendali, anche in vista dello sblocco dei licenziamenti. Il DDL prevede, infatti, l’estensione dell’utilizzo del contratto alle aziende con più di 500 dipendenti e un consistente rifinanziamento con 36,1 milioni per il 2021 , 33,10 milioni per il 2022, 7,5 milioni per il 2023 e 5 milioni per il 2024 oltre.

TIM S.p.a. – La contrattazione d’anticipo nel contratto di espansione

Fonte: INPS – Circ. n. 143 del 9.12.2020