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Cassazione: l’uso aziendale sopravvive al trasferimento d’azienda?


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Con l’ordinanza n. 10120 del 15.04.2024, la Cassazione afferma che l’uso aziendale, operando come una contrattazione collettiva, sopravvive al trasferimento di azienda solo se la società cessionaria è sprovvista di un proprio contratto integrativo.

Il fatto affrontato

I lavoratori ricorrono giudizialmente al fine di ottenere dalla società cessionaria il pagamento del premio che, per uso aziendale, veniva corrisposto ogni anno a luglio dall’impresa cedente.
La Corte d’Appello accoglie la predetta domanda, sul presupposto che la cessionaria non aveva fornito prova della applicazione di una contrattazione integrativa che avesse modificato in peius l'uso aziendale in questione.

L’ordinanza

La Cassazione – nel confermare la pronuncia di merito – rileva, preliminarmente, che l'uso aziendale è fonte di un obbligo unilaterale di carattere collettivo del datore di lavoro che agisce sul piano dei rapporti individuali con la stessa efficacia di un contratto collettivo aziendale.

Secondo i Giudici di legittimità, ne consegue che, in caso di trasferimento d’azienda, il diritto riconosciuto dall'uso aziendale non sopravvive laddove la cessionaria sia dotata di propria contrattazione integrativa che, in quanto tale, va a sostituire l’uso stesso.

Diversamente, continua la sentenza, l'uso aziendale sopravvive ove la cessionaria non sia dotata di una propria contrattazione integrativa.

Rinvenendosi quest’ultima fattispecie nel caso in esame, la Suprema Corte rigetta il ricorso proposto dalla società e conferma il diritto dei lavoratori a continuare a ricevere il premio richiesto.

A cura di WST