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Corte d’Appello di Milano: legittimo il licenziamento del dipendente che importuna le colleghe nella chat aziendale


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Con la sentenza n. 439 del 04.03.2020, la Corte d’Appello di Milano afferma che è legittimo il licenziamento del dipendente che approccia ripetutamente con le colleghe tramite la chat aziendale interna, posto che detto comportamento risulta lesivo del vincolo fiduciario posto alla base del rapporto di lavoro.

Il fatto affrontato

Il lavoratore impugna giudizialmente il licenziamento disciplinare irrogatogli a causa dei continui e sgraditi approcci ed inviti rivolti a due sue colleghe, attraverso l’inoltro persistente di messaggi tramite il sistema di comunicazione aziendale interno e tramite SMS.

La sentenza

La Corte d’Appello ritiene di non poter aderire alle difese del lavoratore, che – al fine di censurare la ricostruzione operata dalla pronuncia di primo grado – ha affermato di aver rivolto dei semplici inviti alle colleghe per pura galanteria.

Secondo i Giudici, infatti, detto assunto è stato ampiamente contraddetto dalle risultanze istruttorie, all’esito delle quali è emerso che la condotta tenuta dal ricorrente aveva indotto uno stato di ansia nelle colleghe, tale da costringerle a mutare tutte le loro abitudini all’interno del luogo di lavoro.

Per la sentenza, dunque, un comportamento del genere - che oltre ad essere sintomo di inciviltà, è perpetrato mediante l’illecito utilizzo di uno strumento aziendale (quale è la chat interna) - non può che ledere irrimediabilmente il vincolo fiduciario posto alla base del rapporto di lavoro.
La legittimità del provvedimento espulsivo risulta, inoltre, suffragata dal fatto che il dipendente ha manifestato anche un profondo disinteresse per il turbamento ed il disagio provocato alle colleghe con la sua condotta.

Su tali presupposti, la Corte d’Appello di Milano rigetta il ricorso proposto dal lavoratore, confermando la legittimità del recesso irrogatogli.

A cura di Fieldfisher