Con l’ordinanza n. 24609 del 13.09.2024, la Cassazione afferma che la contestazione disciplinare deve considerarsi tardiva, qualora il datore la notifichi al lavoratore con colpevole ritardo al fine di rendere più difficoltosa la difesa dello stesso.
Il fatto affrontato
Il lavoratore impugna giudizialmente la contestazione disciplinare notificatagli il 19 febbraio 2019 per un fatto occorso il 9 dicembre 2018.
La Corte d’Appello accoglie la predetta domanda, ritenendo tardiva la citata contestazione.
L’ordinanza
La Cassazione – nel confermare la pronuncia di merito – rileva, preliminarmente, che il criterio di immediatezza della contestazione va inteso in senso relativo, dovendosi tener conto della specifica natura dell'illecito disciplinare, nonché del tempo occorrente per l'espletamento delle indagini, che è tanto maggiore quanto più è complessa l'organizzazione aziendale.
Tuttavia, continua la sentenza, questo non significa che il datore di lavoro può procrastinare la contestazione al fine di rendere più difficile la difesa del dipendente o perpetuare l'incertezza sulla sorte del rapporto.
Secondo i Giudici di legittimità, infatti, una tale condotta risulta essere lesiva dei principi di buona fede e correttezza nell'attuazione del rapporto di lavoro.
Rinvenendo questi elementi nella condotta tenuta dalla società nel caso di specie, la Suprema Corte rigetta il ricorso dalla stessa proposto.
A cura di WST