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Congedo paternità di dieci giorni: La proposta di direttiva UE


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Con l’obbiettivo di incrementare le opportunità delle donne nel mercato del lavoro e rafforzare il ruolo del padre, o di un secondo genitore equivalente, all’interno della famiglia, promuovendo in ultima istanza la parità di genere con un bilanciamento delle posizioni, il Parlamento Europeo ha approvato una proposta di direttiva contenente un cospicuo aumento dei giorni di congedo paternità rispetto a quanto attualmente previsto dall’ordinamento italiano.

Se questa direttiva venisse approvata, e probabilmente lo sarà visto che la proposta è stata approvata con 490 voti favorevoli e solo 80 contrari, l’Italia dovrà aumentare ulteriormente i giorni di congedo paternità, rispetto alla disciplina recentemente integrata dalla Legge di Bilancio 2019. Si passerebbe, quindi, da un regime che prevede 5 giorni di astensione lavorativa retribuita più uno in sostituzione della madre, ad un regime riformato con la previsione di 10 giorni di astensione, a fronte di un trattamento economico pari almeno a quello previsto per le assenze dovute a malattia.

La direttiva mira a porre rimedio alla sotto-rappresentanza delle donne nel mondo del lavoro e a sostenere la loro carriera grazie a migliori condizioni per conciliare impegni di lavoro e privati. Nel mercato del lavoro il divario di genere nei livelli di occupazione risulta più marcato per i genitori e per chi ha altre responsabilità di assistenza. Nel 2015 il tasso di occupazione delle donne con un figlio di età inferiore a 6 anni era inferiore al tasso di occupazione delle donne senza figli piccoli di circa il 9 % in media e in diversi paesi la differenza superava il 30 %. Una delle cause principali di questo problema è l'inadeguatezza delle politiche a favore dell'equilibrio tra attività professionale e vita familiare.

Sempre nella stessa direzione è la previsione di un periodo minimo di 4 mesi di congedo parentale per ogni genitore di cui 2 mesi non trasferibili da un genitore all’altro e comunque fruibile entro gli otto anni del bambino. La legislazione italiana attuale prevede un congedo parentale della durata massima di 11 mesi ripartiti tra i due genitore, con la madre che non può fruire più di 6 mesi.

A riguardo le ultime disposizioni in Legge di Bilancio 2019 si sono mosse in questa direzione. Sono state adottati una serie di provvedimenti volti a realizzare un equilibrio tra attività professionale e vita familiare fra i genitori. Già con la Legge di Bilancio 2017 era stato introdotto in via sperimentale, per le nascite del 2018, l’aumento del congedo obbligatorio da due a quattro giorni, più uno in sostituzione della madre; successivamente la Legge di Bilancio del 2018 ha portato il congedo parentale a 5 giorni, più uno in sostituzione della madre; e infine la Legge di Bilancio 2019 ha integrato ulteriormente la disciplina del congedo.

acura della Redazione