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Cassazione: è diffamazione inviare una mail offensiva ad un collega se tra i destinatari ci sono altri dipendenti


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Con la sentenza n. 22631 del 14.04.2023, la Cassazione afferma che l’invio di una mail ad una pluralità di colleghi, incluso il destinatario dell’offesa contenuta nel testo, integra il reato di diffamazione.

Il fatto affrontato

L’imputato viene ritenuto colpevole del e del delitto di cui all'art. 595 c.p., per aver offeso la reputazione di un collega nell'ambito di una comunicazione via mail intrattenuta con più persone, ivi compreso l'offeso.

La sentenza

La Cassazione – nel confermare la pronuncia di merito – rileva che l’invio di una mail dal contenuto offensivo ad una pluralità di destinatari integra il reato di diffamazione anche nell'eventualità che tra questi vi sia l'offeso, stante la non contestualità del recepimento del messaggio nelle caselle di posta elettronica di destinazione.

Diversa, continua la sentenza, è l’ipotesi in cui l’offesa sia perpetrata nel corso di una riunione "a distanza" (o "da remoto"), tra più persone contestualmente collegate, alla quale partecipa anche l'offeso.

In tale circostanza, infatti, per i Giudici di legittimità ricorre la diversa fattispecie dell'ingiuria commessa alla presenza di più persone, ormai depenalizzata.

Su tali presupposti, la Suprema Corte rigetta il ricorso dell’imputato e conferma la condanna per il reato di diffamazione ascrittogli.

A cura di Fieldfisher