Stampa

Cassazione: si possono chiedere danni ulteriori rispetto a quelli oggetto di transazione?


icona

Con l’ordinanza n. 25603 del 01.09.2023, la Cassazione afferma che, in caso di intervenuta transazione circa un infortunio sul lavoro, il dipendente può successivamente chiedere il ristoro di ulteriori danni solo se riesce a dimostrare che gli stessi erano imprevedibili al momento della sottoscrizione dell’accordo.

Il fatto affrontato

Il dipendente ricorre giudizialmente al fine di chiedere, all’ex datore, il risarcimento del danno per l’aggravamento delle proprie condizioni di salute causato dagli esiti di un infortunio sul lavoro oggetto di una precedente transazione stragiudiziale.
La Corte d’Appello rigetta la predetta domanda, sul presupposto che il ricorrente non aveva fornito alcuna prova circa l’imprevedibile aggravamento delle proprie condizioni di salute post transazione.

L’ordinanza

La Cassazione – nel confermare la pronuncia di merito – rileva, preliminarmente, che il danneggiato che abbia transatto la lite può sempre chiedere il risarcimento dei danni manifestatisi successivamente e non prevedibili al momento della transazione.

Secondo i Giudici di legittimità, a tal fine è necessario dimostrare:
(a) un'obiettiva impossibilità di accertare, al momento della prima liquidazione, fattori attuali capaci, nell'ambito di una ragionevole previsione, di determinare l'aggravamento futuro;
(b) l'impossibilità, ancora con riferimento alla prima liquidazione, di prevederne gli effetti;
(c) l'insussistenza di un evento successivo avente efficacia concausale dell'aggravamento.

Non essendo stato in grado il lavoratore di provare i predetti elementi, la Suprema Corte rigetta il ricorso dal medesimo proposto.

A cura di Fieldfisher