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Cassazione: prova pratica del concorso può essere scritta solo se in grado di verificare le capacità operative del candidato


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Con l’ordinanza n. 5653 del 04.03.2024, la Cassazione afferma che nelle procedure concorsuali pubbliche la prova pratica può essere svolta anche in forma scritta, ma a condizione che le domande siano in grado di verificare le vere capacità operative del candidato.

Il fatto affrontato

Due lavoratrici ricorrono giudizialmente al fine di sentire dichiarare l’illegittimità della procedura di stabilizzazione cui avevano partecipato.
La Corte d’Appello accoglie la predetta domanda, ritenendo, da un lato, che la partecipazione al test scritto da parte delle ricorrenti non equivalesse alla loro acquiescenza alle modalità di svolgimento della prova selettiva e, dall’altro, che la prova fosse illegittima.

L’ordinanza

La Cassazione – nel confermare la pronuncia di merito – rileva, da un lato, che non può essere equiparato ad acquiescenza l’atteggiamento di mera tolleranza contingente né il compimento di atti resi necessari e opportuni, in una logica soggettiva di riduzione del pregiudizio.
Detti atti, infatti, non escludono l’eventuale coesistente intenzione dell’interessato di agire poi per l’eliminazione degli effetti del provvedimento ritenuto lesivo.

Dall’altro lato, la sentenza rileva che, nelle procedure concorsuali, la prova pratica non coincide necessariamente con la prova manuale e si contrappone a quella teorica perché è finalizzata a valutare non il grado di conoscenza astratta dei principi di una determinata disciplina, bensì la capacità di assumere in concreto i comportamenti necessari in un determinato contesto.

Secondo i Giudici di legittimità, detta capacità può essere verificata anche attraverso una prova scritta, di per sé non incompatibile con il carattere della praticità, atteso che il discrimine fra teoria e pratica è dato, in detto tipo di prova, dal contenuto delle domande formulate e delle risposte richieste.

Su tali presupposti, stante l’inadeguatezza della prova a verificare le reali capacità operative dei candidati, la Suprema Corte rigetta il ricorso proposto dalla PA e conferma l’illegittimità della procedura concorsuale indetta.

A cura di WST