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Cassazione: il CCNL può applicarsi per fatti concludenti?


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Con la sentenza n. 28905 del 19.10.2021, la Cassazione afferma che i contratti collettivi risultano applicabili anche alle aziende non iscritte alle associazioni stipulanti, se le stesse abbiano regolato i singoli rapporti di lavoro rifacendosi a quella determinata disciplina collettiva.

Il fatto affrontato

La società propone opposizione al decreto ingiuntivo notificato da un dipendente per ottenere il pagamento del premio previsto dal contratto integrativo interaziendale.
A fondamento della propria difesa, l’azienda deduce di aver dato disdetta dall’adesione all'associazione nazionale di rappresentanza delle imprese manifatturiere e di servizi – che aveva sottoscritto il contratto integrativo – sin dal 2010.
La Corte d’Appello rigetta la predetta domanda, sul presupposto che la società, anche dopo la disdetta, aveva continuato ad erogare ai lavoratori diverse voci retributive e/o incentivanti e/o indennitarie previste dal contratto integrativo.

La sentenza

La Cassazione - confermando quanto stabilito dalla Corte d’Appello - rileva, preliminarmente, che e i contratti collettivi, che non siano stati dichiarati efficaci erga omnes, costituiscono atti aventi natura negoziale e privatistica, applicabili esclusivamente ai rapporti individuali intercorrenti fra soggetti che siano entrambi iscritti alle associazioni stipulanti.

Per la sentenza, detti contratti sono applicabili, altresì, in mancanza di tale condizione, se le parti li abbiano implicitamente recepiti attraverso un comportamento concludente desumibile da una costante e prolungata applicazione delle relative clausole al singolo rapporto.

Su tali presupposti, la Suprema Corte rigetta il ricorso della società, confermando la debenza della somma ingiunta dal dipendente a titolo di premio previsto dal contratto integrativo.

A cura di Fieldfisher