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Cassazione: l’amministratore di sistema può accedere nella mail del dipendente se si sospetta un illecito?


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Con la sentenza n. 23158 del 20.06.2025, la Cassazione penale afferma che costituisce reato l’accesso nella mail del dipendente da parte dell'amministratore di sistema per effettuare i c.d. controlli difensivi, laddove ciò non risulti proporzionato rispetto al sospetto dell’illecito.

Il fatto affrontato

La Corte d’Appello condanna l’amministratore di sistema della società per essersi introdotto abusivamente all’interno della mail di un dipendente al fine di prendere cognizione del contenuto della corrispondenza riservata dello stesso in relazione alle trattative finalizzate alla nomina del nuovo amministratore da parte dell’azienda datrice.

La sentenza

La Cassazione – confermando l’impugnata pronuncia di merito – rileva, preliminarmente, che i controlli c.d. difensivi possono essere svolti solo a condizione che siano rispettati i principi di proporzionalità e ragionevolezza del trattamento dei dati personali dei lavoratori.

In particolare, per la sentenza, sono consentiti i controlli anche tecnologici posti in essere dal datore e finalizzati alla tutela di beni estranei al rapporto di lavoro o ad evitare comportamenti illeciti, in presenza di un fondato sospetto circa la commissione degli stessi.

Il tutto, secondo i Giudici di legittimità, purché sia assicurato un corretto bilanciamento tra le esigenze di protezione di interessi e beni aziendali, correlate alla libertà di iniziativa economica, rispetto alle imprescindibili tutele della dignità e della riservatezza del lavoratore.

Non rinvenendo detto bilanciamento nel caso di specie, la Suprema Corte rigetta il ricorso dell’imputato e conferma la sua colpevolezza rispetto ai reati ascrittigli.

A cura di WST