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Tribunale UE: non si può chiedere il rispetto dei minimi salariali per accedere agli aiuti di Stato


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Con la sentenza del 24.05.2023, il Tribunale UE afferma che le norme italiane che impongono a un operatore straniero di rispettare le condizioni salariali fissate nei contratti collettivi nazionali, per poter beneficiare degli aiuti di Stato, sono incompatibili con il diritto comunitario.

Il fatto affrontato

Una compagnia aerea straniera presenta un ricorso al Tribunale UE al fine di chiedere l’annullamento della decisione con cui la Commissione Europea aveva dato il via libera alla normativa italiana che prevedeva, tra i requisiti necessari per accedere ai fondi stanziati per la compensazione dei danni subiti dagli operatori del settore durante il lockdown, l’erogazione ai propri dipendenti di trattamenti retributivi non inferiori a quelli minimi stabiliti dal contratto collettivo nazionale stipulato dalle organizzazioni datoriali e sindacali comparativamente più rappresentative.

La sentenza

Il Tribunale annulla la decisione della Commissione per totale mancanza di motivazione sulla compatibilità dell’obbligo di adottare il trattamento retributivo minimo disposto dal contratto collettivo nazionale con le regole del mercato interno.

Secondo il Giudice, in particolare, la Commissione non spiega né la ragione per la quale in Italia per accedere al fondo per gli aiuti alle compagnie aeree occorre rispettare il requisito dello standard retributivo minimo né tantomeno il nesso eziologico tra la misura (l’aiuto di stato) e il suddetto trattamento negoziato dai sindacati.

Su tali presupposti, il Tribunale accoglie il ricorso della compagnia aerea, ritendo la decisione della Commissione potenzialmente lesiva del diritto alla libera concorrenza e alla libera prestazione di servizi.

A cura di Fieldfisher