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Cassazione: quale è la retribuzione da riconoscere nei periodi di ferie?


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Con l’ordinanza n. 35146 del 15.12.2023, la Cassazione afferma che la retribuzione da corrispondere ai lavoratori durante le ferie deve comprendere anche qualsiasi indennità legata allo svolgimento delle mansioni di adibizione, posto che diversamente si indurrebbero i dipendenti a rinunciare alle ferie.

Il fatto affrontato

I lavoratori ricorrono giudizialmente al fine di veder accertato il loro diritto al computo nella retribuzione dovuta durante le ferie dei compensi spettanti a titolo di incentivo previsti dalla contrattazione collettiva per il loro profilo professionale.
La Corte d’Appello accoglie la predetta domanda, stante la stretta connessione tra gli incentivi e lo specifico status dei ricorrenti, tanto da ritenere detti importi assimilabili ad integrazioni collegate alle qualifiche professionali rivestite.

L’ordinanza

La Cassazione – nel confermare la pronuncia di merito – rileva, preliminarmente, che la nozione di retribuzione durante il periodo di godimento delle ferie è influenzata dalla interpretazione data dalla Corte di giustizia dell'Unione Europea.

In particolare, continua la sentenza, il diritto comunitario vuole garantire al lavoratore una situazione che, a livello retributivo, sia sostanzialmente equiparabile a quella ordinaria erogata nei periodi di lavoro, sul rilievo che una diminuzione della retribuzione potrebbe essere idonea a dissuadere il dipendente dall'esercitare il diritto alle ferie.

Secondo i Giudici di legittimità, ne consegue che la retribuzione durante le ferie deve comprendere qualsiasi importo pecuniario che si pone in rapporto di collegamento all'esecuzione delle mansioni e che sia correlato allo status personale e professionale del lavoratore.

Su tali presupposti, la Suprema Corte rigetta il ricorso proposto dalla società.

A cura di Fieldfisher