Con l’ordinanza n. 16171 del 16.06.2025, la Cassazione afferma che l'uso aziendale può essere disdettato da parte del datore, posto che la cristallizzazione del vincolo da esso scaturente finirebbe per non essere funzionale rispetto alle esigenze societarie che, per definizione, sono mutevoli nel tempo.
Il fatto affrontato
I lavoratori ricorrono giudizialmente al fine di lamentare la illegittima riduzione da parte della datrice di lavoro dei rispettivi superminimi individuali.
La Corte d’Appello accoglie la predetta domanda, ritenendo non corretta la condotta societaria che aveva operato la censurata riduzione a fronte del rinnovo del contratto collettivo.
L’ordinanza
La Cassazione – nel confermare la pronuncia di merito – rileva che l'uso aziendale agisce sul piano dei singoli rapporti individuali allo stesso modo e con la stessa efficacia di un contratto collettivo aziendale.
Per la sentenza, l’uso aziendale non può vincolare sine die la parte datoriale e può, quindi, essere disdettato.
Secondo i Giudici di legittimità, tale possibilità, tuttavia, deve – da un lato – essere esercitata in conformità del principio di correttezza e buona fede e – dall’altro lato – essere giustificata su un sopravvenuto sostanziale mutamento di circostanze rispetto all'epoca di formazione dell'uso aziendale (quali, ad esempio, una rimodulazione del trattamento economico dei dipendenti scaturente dal rinnovo del contratto collettivo).
Non rinvenendo queste ultime circostanze nel caso di specie, la Suprema Corte rigetta il ricorso proposto dalla società.
A cura di WST