Con la sentenza n. 4655 del 21.02.2025, la Cassazione afferma che il licenziamento disciplinare produce effetto dal giorno in cui viene avviato il relativo procedimento, così come previsto dalla L. 92/2012, solo se la contestazione è pervenuta al lavoratore dopo la data di entrata in vigore della predetta legge.
Il fatto affrontato
La dipendente impugna giudizialmente il licenziamento irrogatole dalla banca datrice all’esito della condanna inflittale in sede penale con riguardo ad alcune illegittime condotte tenute nell’esecuzione delle proprie mansioni.
La Corte d’Appello rigetta la predetta domanda, ritenendo corretta la condotta datoriale anche in ordine alla decorrenza degli effetti del recesso al momento dell’avvio del procedimento disciplinare (che era stato sospeso in attesa nella definizione del processo penale).
La sentenza
La Cassazione - ribaltando quanto stabilito dalla Corte d’Appello - rileva preliminarmente che la L. 92/2012 ha disposto che gli effetti del licenziamento disciplinare debbano retroagire al momento di avvio del relativo procedimento.
Secondo i Giudici di legittimità, detta normativa deve trovare applicazione solo ai procedimenti disciplinari avviati dopo l’entrata in vigore della L. 92/2012 e non anche a quelli che, come nel caso di specie, siano stati incardinati prima di tale data ma siano stati conclusi successivamente.
Per la sentenza, una differente lettura, che ponesse l’accento al solo momento del licenziamento per individuare l’applicazione della disposizione in esame, risulterebbe in contrasto con la stessa finalità del procedimento disciplinare, quale strumento di garanzia per il lavoratore che voglia attivare le proprie difese nella piena conoscenza degli addebiti e delle conseguenze ad essi ricollegate.
Su tali presupposti, la Suprema Corte accoglie il ricorso della dipendente in merito alla data di decorrenza degli effetti del recesso.
A cura di WST