Stampa

Cassazione: licenziato il cuoco che conserva male gli alimenti


icona

Con la sentenza n. 3927 del 13.02.2024, la Cassazione afferma che è legittimo il licenziamento del cuoco che conserva gli alimenti in maniera non corretta, stante la pericolosità per la salute pubblica ed il rilievo penale delle violazioni realizzate.

Il fatto affrontato

Il lavoratore, assunto con mansioni di cuoco responsabile, impugna giudizialmente il licenziamento irrogatogli a seguito dell’ispezione dei NAS che, in ordine alla conservazione dei cibi, avevano riscontrato numerose violazione di regole cautelari specifiche previste nel manuale HACCP.
La Corte d’Appello rigetta la predetta domanda, ritenendo la condotta addebitata al ricorrente di assoluta gravità, tanto da essere prevista come penalmente rilevante.

La sentenza

La Cassazione - confermando quanto stabilito dalla Corte d’Appello - rileva l’assoluta gravità della condotta posta alla base del recesso e concretizzata nella violazione di regole cautelari, di igiene e sicurezza, poste a tutela di un bene giuridico primario, quale la salute pubblica.

Secondo i Giudici di legittimità, detta circostanza è confermata dal rilievo penale assunto dalla condotta oggetto dell'accertamento ispettivo che ha portato all’emanazione, nei confronti del legale rappresentante della società datrice, di un decreto penale di condanna per la violazione dell'art. 5, lett. d), della L. 283/1962.

Invero - continua la sentenza - il legislatore, al fine di predisporre una tutela ampia ed effettiva del bene salute, ha inteso vietare, presidiando il divieto con sanzione penale, comportamenti potenzialmente idonei a mettere in pericolo la salute pubblica, quali la detenzione a fini di vendita o di somministrazione al pubblico di alimenti in cattivo stato di conservazione.

Su tali presupposti, la Suprema Corte rigetta il ricorso del cuoco, confermando la legittimità del licenziamento irrogatogli.

A cura di WST