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Cassazione: i giorni di isolamento per il Covid non vanno mai computati nel periodo di comporto


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Con la sentenza n. 12272 del 09.05.2025, la Cassazione afferma che i giorni di assenza dovuti ad isolamento disposto per positività al Covid-19 non devono essere computati ai fini del periodo di comporto, nemmeno nell’ipotesi in cui il datore sia ignaro delle cause dell’assenza.

Il fatto affrontato

Il dipendente impugna giudizialmente il licenziamento irrogatogli per superamento del periodo di comporto, deducendo che il datore avrebbe erroneamente computato in tale lasso temporale anche i giorni di assenza dovuti ad isolamento disposto per positività al Covid-19.
La Corte d’Appello rigetta la predetta domanda, sul presupposto che il ricorrente non aveva mai comunicato alla società, prima dell’instaurazione del giudizio, la patologia Covid contratta.

La sentenza

La Cassazione - ribaltando quanto stabilito dalla Corte d’Appello - rileva preliminarmente che, secondo la normativa emergenziale, il periodo trascorso dal lavoratore in isolamento per positività da Covid-19 non è computabile ai fini del periodo di comporto.

Secondo i Giudici di legittimità, l'operatività della norma non è condizionata alla previa conoscenza delle ragioni dell'assenza da parte datoriale.

Per la sentenza, dunque, l'esistenza di una siffatta condizione per l'applicabilità dello scomputo, pur nel silenzio della norma, introdurrebbe surrettiziamente un requisito aggiuntivo non previsto dalla legge.

Su tali presupposti, la Suprema Corte accoglie il ricorso del dipendente, cassando con rinvio l’impugnata sentenza.

A cura di WST