Stampa

Cassazione: l’imprudenza del dipendente infortunato evita la responsabilità datoriale?


icona

Con la sentenza n. 22843 del 17.06.2025, la Cassazione afferma che, in caso di infortunio nel luogo di lavoro, il datore va assolto solo se l’imprudenza del dipendente crea un rischio che va oltre la sua sfera di controllo.

Il fatto affrontato

Il Tribunale assolve il legale rappresentate dell’impresa dal reato di lesioni gravissime, aggravato dalla violazione di norme per la prevenzione degli infortuni sul lavoro, a seguito del grave infortunio occorso ad un suo dipendente.
A fondamento della predetta decisione, il Giudice rileva che la vittima dell’infortunio – che poteva svolgere solo le mansioni di passaggio del materiale – aveva deciso, in maniera imprudente e per effetto di un'autonoma iniziativa, di utilizzare un macchinario pericoloso, senza formazione, approfittando dell'assenza del collega addetto alla citata macchina.

La sentenza

La Cassazione rileva, preliminarmente, che al dovere di sicurezza richiesto alla parte datoriale fa da contraltare l’obbligo imposto ai lavoratori di attenersi alle specifiche disposizioni cautelari e di agire con diligenza, prudenza e perizia.

Secondo i Giudici di legittimità, laddove i dipendenti non si attengano al rispetto di detti obblighi vi può essere una esclusione del nesso di causalità tra la condotta del datore di lavoro e l'evento lesivo.

A tal fine, continua la sentenza, è necessario che la condotta del lavoratore sia stata posta in essere del tutto autonomamente e in un ambito estraneo alle mansioni affidategli e, come tale, al di fuori di ogni prevedibilità da parte del datore, oppure si sia tradotta in qualcosa che sia lontano dalle ipotizzabili e, quindi, prevedibili, imprudenti scelte del lavoratore nella esecuzione dell’attività.

Su tali presupposti, non avendo la pronuncia di merito fatto buon uso di detti principi, la Suprema Corte accogli il ricorso presentato dal PM.

A cura di WST