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Cassazione: la particolare tenuità del fatto si applica in caso di incidenti sul lavoro?


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Con la sentenza n. 20279 del 12.05.2023, la Cassazione afferma che, a seguito di un infortunio poco grave subito da un proprio dipendente, il datore non può essere prosciolto per particolare tenuità del fatto nemmeno se lo stesso, all’esito dell’incidente, proceda alla sostituzione delle misure antinfortunistiche con dispositivi più moderni.

Il fatto affrontato

I titolari di una azienda, a seguito di un sinistro che aveva cagionato ad un proprio dipendente ferite guaribili in 56 giorni, vengono ritenuti colpevoli dal Tribunale per violazione delle norme antinfortunistiche.
La Corte d'Appello, pronunciandosi sull’impugnazione degli imputati, ritenendo che il fatto non potesse qualificarsi di particolare tenuità in ragione dell'elevata pericolosità della condotta datoriale e dell'elevato grado di colpevolezza.

La sentenza

La Cassazione – nel confermare la pronuncia di merito – rileva che, al fine di addivenire ad un giudizio sulla tenuità del fatto è necessario procedere con una equilibrata considerazione di tutte le peculiarità della fattispecie concreta.

Per la sentenza, allorquando si tratti di violazione di norme antinfortunistiche, è opportuno considerare se (e in che grado) l’imputato datore sia consapevole della pericolosità della sua condotta e, conseguentemente, della mancanza di tutela della sicurezza e dell'incolumità dei lavoratori.

Secondo i Giudici di legittimità, non appare, invece, un elemento - a tal fine - dirimente il ravvedimento datoriale posto in essere dopo il verificarsi del sinistro (soprattutto se, come nel caso di specie, ciò sia frutto di una imposizione della ASL indicata quale elemento essenziale per poter continuare a svolgere l’attività).

Su tali presupposti, la Suprema Corte rigetta il ricorso degli imputati e conferma la condanna per il reato loro ascritto.

A cura di Fieldfisher