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Cassazione: penalmente responsabile il percettore del reddito di cittadinanza che lavora senza comunicarlo all’INPS


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Con la sentenza n. 49047 del 11.12.2023, la Cassazione afferma che è penalmente responsabile il percettore del reddito di cittadinanza che omette di comunicare all’INPS l’instaurazione di un rapporto di lavoro, anche se a tempo determinato.

Il fatto affrontato

Il lavoratore viene ritenuto colpevole del delitto di cui all'art. 7, comma 2, D.L. 4/2019, perché nella veste di percettore del reddito di cittadinanza aveva omesso di comunicare all'INPS l'avvio delle attività di lavoro dipendente per un periodo di complessivi 43 giorni nel periodo tra il 30 novembre 2019 al 2 febbraio 2020.
Avverso la predetta pronuncia di merito, l’imputato propone ricorso per cassazione.

La sentenza

La Cassazione, confermando la pronuncia di merito, rileva che il delitto contestato al ricorrente si integra ogniqualvolta il percettore del reddito di cittadinanza ometta di comunicare all’INPS, nel termine di quindici giorni dall'inizio del rapporto di lavoro, qualunque variazione di reddito o di patrimonio, anche se proveniente da attività irregolari.

Secondo i Giudici di legittimità, la finalità della comunicazione è quella di consentire all'ente previdenziale di revocare il beneficio ovvero di procedere alla riduzione dell'importo erogato.

Per la sentenza, avendo il ricorrente omesso di comunicare all’Istituto previdenziale qualsiasi informazione al riguardo, lo stesso non può che ritenersi colpevole in ordine al reato ascrittogli.

A cura di Fieldfisher