A partire dal 2023 è stata prevista la possibilità, per i lavoratori dipendenti che decidono di rimanere in servizio pur avendo maturato i requisiti per la pensione anticipata, di rinunciare all’accredito nella propria posizione previdenziale dei contributi pensionistici INPS ottenendo l’equivalente direttamente in busta paga.
La misura, introdotta dalla legge di bilancio 2023 (articolo 1, comma 286, legge n. 197/2022) e successivamente rivista e ampliata dal Bilancio 2025 (articolo 1, comma 161, legge n. 207/2024), funziona così. Chi raggiunge i requisiti per:
- la pensione anticipata flessibile (Quota 103), oppure
- la pensione anticipata ordinaria (42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini, 41 e 10 mesi per le donne),
può decidere di rinunciare all’accredito dei contributi previdenziali obbligatori a suo carico. In cambio, le quote che il datore di lavoro avrebbe dovuto versare all’Inps non concorrono a formare il reddito di lavoro dipendente.
Venuto meno l’obbligo nei confronti dell’ INPS di versamento dei contributi per la quota parte a carico del lavoratore, qual’ è il corretto trattamento fiscale delle somme erogate in busta paga ?
La risposta a tale quesito è stata fornita dall ‘ Agenzia delle Entrate intervenuta per chiarire se questa somma – che a tutti gli effetti costituisce una componente accessoria della retribuzione – sia soggetta o meno a tassazione come reddito da lavoro dipendente.
Nella risoluzione n. 45/2025 viene precisato che, secondo quanto disposto dall’ art. 51, comma 2, lett. i-bis) del TUIR, le somme derivanti dalla rinuncia all’accredito contributivo non concorrono a formare il reddito imponibile, e quindi non sono soggette a Irpef.
Il chiarimento riguarda in particolare i lavoratori iscritti alla cosiddetta “Gestione pubblica”, una forma “esclusiva” dell’assicurazione generale obbligatoria (Ago). Inizialmente, infatti, questa agevolazione valeva solo per chi era iscritto all’Ago per l'invalidità, la vecchiaia e i superstiti dei lavoratori dipendenti o alle sue forme “sostitutive”. Ma con la legge di bilancio 2025 è stato chiarito che il beneficio fiscale si estende anche a chi è iscritto a forme “esclusive” dell’Ago, come ad esempio i dipendenti della Gestione pubblica.
Alla luce della nuova formulazione normativa, l’Agenzia delle entrate ha confermato che anche i dipendenti pubblici possono beneficiare del trattamento fiscale agevolato, purché esercitino correttamente l’opzione di rinuncia.
Fonte: Agenzia delle Entrate