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Riforma degli ITS


Gli ITS (Istituti Tecnici Superiori) nascono nel 2010, hanno l’obiettivo di potenziare e ampliare la formazione professionalizzante per formare tecnici superiori con elevate competenze tecnologiche e tecnico-professionali, contribuire allo sviluppo e trasferimento tecnologico, in particolare delle piccole e medie imprese, in sintesi, si pongono l’obiettivo di diffondere la cultura tecnica sottovalutata negli anni nel nostro Paese, rappresentano il canale formativo terziario professionalizzante non accademico

Gli ITS sono finanziati dal Ministero della Istruzione e dalle Regioni, sono gestiti da Fondazioni di partecipazione tra i cui soci fondatori vi devono essere imprese, Istituti scolastici secondari, Università, Enti locali. 

Gli ITS operano in sei aree tecnologiche considerate strategiche per lo sviluppo economico e la competitività del Paese e definite a livello nazionale: 

  1. Efficienza energetica;
  2. Mobilità sostenibile;
  3. Nuove tecnologie della vita;
  4. Nuove tecnologie per il made in Italy (servizi alle imprese, sistema agro-alimentare, sistema meccanico, sistema moda);
  5. Tecnologie dell’informazione e della comunicazione;
  6. Tecnologie innovative per i beni e le attività culturali, turismo.

Gli ITS sono di norma percorsi biennali, quattro semestri, per un totale di 2.000 ore di cui il 40% di stage in azienda. Possono partecipare giovani e adulti in possesso di almeno il diploma di scuola secondaria superiore o di un diploma quadriennale di istruzione professionale, IeFP, più un corso annuale di formazione professionale superiore, IFTS. 

Vi si accede attraverso una selezione, sono percorsi che consentono una forte personalizzazione dell’apprendimento in quanto i gruppi classe sono formati da un minimo di 20 studenti ad un massimo di 25. Sono caratterizzati da una didattica laboratoriale, oltre allo stage del 40%, si adotta una metodologia didattica basata su un apprendimento che parte dal “fare” e dalla valorizzazione “dell’intelligenza delle mani”, quindi molto laboratorio anche in aula, testimonianze aziendali, docenze di esperti del modo del lavoro e del mercato del lavoro. 

Gli ITS rilasciano, previo superamento di un esame finale, il Diploma di tecnico Superiore, V livello EQF (European Qualifications Framework).

ELEMENTI DISTINTIVI ITS : 

Gli ITS negli anni hanno garantito un forte occupabilità, oltre l’80% di occupazione entro un anno dal conseguimento del diploma e oltre il 90% di occupazione coerente con il percorso formativo (Fonte INDIRE). 

Questi risultati dipendono in gran parte dal modello adottato, alcuni suoi elementi sono già stati citati: la flessibilità organizzativa e didattica (stage, laboratori, docenza collegata al mondo delle imprese, metodologia didattica improntata “sull’imparare facendo”), con un peso rilevante delle soft/life Skills. Un ulteriore tratto distintivo è rappresentato dalla rete di governance che caratterizza le Fondazione ITS; nelle Fondazioni è rappresentato l’ecosistema formativo territoriale, imprese, Università, Istituzioni scolastiche e strutture di formazione professionale, enti locali. Tale ecosistema è protagonista sin dalle fasi di programmazione, progettazione e successiva realizzazione. 

Nonostante tutto ciò si può dire che in questi dieci anni e oltre sono rimasti in un cono d’ombra di interesse generale, basti pensare che nel 2020, ultimo dato disponibile, si sono diplomati meno di 6.000 giovani. 

LA SVOLTA E LE PROSPETTIVE DI CRESCITA : 

Con il Presidente del Consiglio Mario Draghi arriva la svolta, gli ITS e la necessità di un loro potenziamento viene evocata da Draghi nel discorso di insediamento del suo Governo. Nel giro di due anni, 2021 e 2022, vengono assunte due importanti decisioni, il Governo inserisce nel PNRR un finanziamento in 5 anni di 1,5 miliardi di euro e l’impegno alla approvazione, da parte del Parlamento, di una legge per una loro riforma; riforma che viene poi approvata il 12 luglio 2022 alla Camera dei deputati, praticamente all’unanimità, dopo una non banale discussione nei due rami del Parlamento. 

La legge mantiene gli elementi distintivi che hanno caratterizzato positivamente l’esperienza più che decennale, aspetto importante gli ITS vengono ancorati ad una norma primaria, la legge, e non a provvedimenti normativi quali i decreti legge o circolari ministeriali. Dal punto di vista terminologico diventano Istituti Tecnologici Superiori e le Fondazioni delle Academy, non sono solo modifiche formali ma soprattutto di identità e contenuti. La legge rappresenta non il punto finale di arrivo, come si pensa molte volte nelle pubbliche amministrazioni per i propri provvedimenti normativi, ma un importante punto di partenza confermato dai diciannove provvedimenti normativi necessari per l’attuazione concreta delle misure previste dalla legge

Oltre al mantenimento dei tratti distintivi dell’esperienza ITS e richiamati in precedenza la legge innova su: 

  1. La revisione e l’aggiornamento delle attuali sei aree tecnologiche e specialistiche;
  2. Una governance semplificata delle Fondazioni, confermando l’obbligo tra i soci fondatori di imprese, Università, Istituti scolastici, centri di FP (un Presidente, il CdA, l’Assemblea soci);
  3. Credito di imposta del 30% per erogazioni liberali in denaro;
  4. Il riscatto degli anni di studio nell’ITS;
  5. Il diploma ITS quale titolo di accesso ai concorsi per insegnamento tecnico pratico;
  6. La possibilità di svolgere intermediazione di mano d’opera a condizione che siano pubblici e gratuitamente accessibili i curricula dei propri studenti dalla iscrizione e per almeno un anno dopo il diploma (placement);
  7. Il reciproco riconoscimento di crediti formativi ITS-Università in particolare per le lauree professionalizzanti. A tale proposito cito l’importanza che ha avuto sul tema “passerelle” la sperimentazione in atto in Emilia Romagna e che coinvolge due Fondazioni, Fitstic e Maker e le Università di BO e di MO-RE. 

Queste citate sono solo alcune delle innovazioni introdotte, altre ve ne sono come ad esempio il superamento della “precarietà” di una programmazione formativa annuale sostenendone una triennale, oltre al tema dell’orientamento e della promozione per il quale la legge anticipa un grande progetto nazionale da costruire. 

Molto lavoro è ancora da fare, gran parte delle misure indicate richiedono dei decreti attuativi, ricordo che sono diciannove, credo che occorrerà un anno dalla sua approvazione perché il tutto entri pienamente a regime, nel frattempo, quale fase transitoria, le fondazioni esistenti continuano il loro lavoro. 

Un ultimo aspetto che vorrei sottolineare è relativo alla necessità di non soffermarsi esclusivamente agli aspetti normativi e ordinamentali; come ci ricorda il Prof. Federico Butera, uno degli studiosi che negli anni si è sempre interessato di ITS, con la crescita prefigurata del sistema ITS, risorse finanziarie e nuova normativa, occorre maggiore attenzione e lavoro delle Fondazioni, le Academy gestionali, sugli aspetti organizzativi delle stesse, sull’efficientamento dei processi gestionali, il loro miglioramento, l’eventuale loro revisione, una chiara individuazione di ruoli e competenze organizzativo-gestionali. Anche su questo saremo chiamati ad interrogarci e ad agire di conseguenza da subito in parallelo con la piena attuazione della normativa e non “aspettando Godot”. 

Gaudenzio Garavini  - Presidente Fondazione ITS FITSTIC