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Cassazione: il giudice civile può basarsi sulle risultanze delle indagini penali


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Con la sentenza n. 32611 del 04.11.2022, la Cassazione afferma che il giudice civile può formare il proprio convincimento circa la commissione dei fatti addebitati al lavoratore anche basandosi sulle risultanze istruttorie delle indagini penali.

Il fatto affrontato

La lavoratrice impugna giudizialmente il licenziamento irrogatole a fronte di falsa attestazione in servizio.
In particolare, la PA datrice - sulla base degli accertamenti video contenuti in un’ordinanza cautelare del GIP - aveva contestato alla dipendente vari episodi in cui alcuni colleghi utilizzavano, al posto suo, il badge che la stessa lasciava sull’apparecchio rilevatore.
La Corte d’Appello rigetta la predetta domanda, stante l’intenzionalità certa e la gravità della condotta, tale da integrare fattispecie penalmente rilevante.

La sentenza

La Cassazione - confermando quanto stabilito dalla Corte d’Appello - rileva, preliminarmente, che il giudice civile può far propri i contenuti di un provvedimento cautelare emesso da un’autorità penale quale è il GIP.

Per la sentenza, ciò è possibile nel caso in cui il tribunale civile valorizzi l’ordinanza cautelare del GIP non per i suoi effetti di provvedimento giudiziale, ma soltanto come documento che riconosce determinate risultanze istruttorie.

Secondo i Giudici di legittimità, è a tal fine irrilevante, dunque, che il lavoratore non sia stato ancora dichiarato colpevole né che alcun giudicato penale si sia formato sul punto.

Su tali presupposti, la Suprema Corte rigetta il ricorso della pubblica dipendente, confermando la legittimità del licenziamento irrogatole.

A cura di Fieldfisher