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Cassazione: subappalto ed infortunio sul lavoro, di chi è la responsabilità?


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Con la sentenza n. 16212 del 15.04.2019, la Cassazione penale afferma che, in caso di subappalto, la responsabilità per il sinistro occorso ad un dipendente a causa della violazione della normativa antinfortunistica, è ascrivibile al titolare dell’impresa subappaltatrice qualora lo stesso, pur nell’inerzia dell’appaltatore, non si sia premurato di predisporre le necessarie misure di prevenzione e protezione.

Il fatto affrontato

Il lavoratore, dipendente della ditta subappaltatrice, mentre era intento a rimuovere la copertura in eternit sul tetto di un capannone, sconfinava sul tetto del capannone attiguo, calpestando un lucernario in plexiglass che cedeva e provocava la sua rovinosa caduta a terra da un'altezza di circa 10 metri.
In conseguenza di ciò, sia il Tribunale che la Corte d’Appello condannano il titolare dell’impresa subappaltatrice in ordine al reato di lesioni colpose aggravate dalla violazione delle norme sulla sicurezza sul lavoro, in quanto nella sua qualità di datore - pur nell’inerzia dell’appaltatore - non aveva delimitato l'area di lavorazione, nonostante l'intero tetto del capannone presentasse caratteristiche strutturali simili, per cui era facile confondersi fra le varie zone.

La sentenza

La Cassazione, confermando le sentenze di primo e secondo grado, ribadisce l’obbligo del subappaltatore di occuparsi della messa in sicurezza dei luoghi di lavoro, in maniera tale da prevenire i rischi per i lavoratori che si trovino ad operarvi, secondo quanto previsto dall’art. 26 del D.Lgs. 81/2008.

Secondo i Giudici di legittimità - anche in considerazione di quanto stabilito più in generale dall'art. 2087 c.c. - l’inerzia dell’appaltatore (avente il potere direttivo sulle attività in cantiere) nel predisporre le necessarie misure di prevenzione e protezione, non solleva affatto il titolare dell’impresa subappaltatrice dalle proprie responsabilità.

Nel caso di specie, dal momento che l'infortunato si è trovato in condizioni di pericolosità per effetto della mancata delimitazione dell'area d'intervento da parte del datore, la Suprema Corte respinge il ricorso proposto da quest’ultimo, confermando la sua responsabilità penale.

A cura di Fieldfisher