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Corte d’Appello di L’Aquila: quale giurisdizione è competente per i vizi della certificazione di un contratto d’appalto?


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Con la sentenza n. 1018 del 05.07.2022, la Corte d’Appello di L’Aquila afferma che i vizi della certificazione di un contratto d’appalto devono essere fatti valere da qualunque soggetto interessato (inclusi ITL ed INPS) in via amministrativa dinanzi al TAR.

Il fatto affrontato

La società propone opposizione giudiziale all’ordinanza di ingiunzione notificatale dall’Ispettorato del Lavoro per averla ritenuta responsabile dell’illecito di interposizione illecita di manodopera.
A fondamento del ricorso, la medesima deduce che la contestazione aveva ad oggetto l’esecuzione di un contratto di appalto che era stato certificato da un Ente bilaterale e che, conseguentemente, l’ITL non aveva rispettato la necessaria procedura di impugnazione della certificazione prima di irrogare la sanzione.

La sentenza

La Corte d’Appello rileva, preliminarmente, che la finalità della certificazione dei contratti è quella di prevenire, mediante un controllo a monte operato da un organismo rappresentativo ed in quanto tale qualificato, l’insorgenza di possibili controversie sull’esecuzione di alcune tipologie negoziali tra cui l’appalto.

Secondo i Giudici, detta certificazione può, quindi, essere impugnata solo in via amministrativa dinanzi al TAR, previo esperimento di un tentativo obbligatorio di conciliazione.

Per la sentenza, detto iter deve essere sempre seguito, anche nell’ipotesi in cui l’impugnazione della certificazione abbia ad oggetto la conformità o meno rispetto alla legge dell’ente bilaterale che ha certificato il contratto.

Su tali presupposti, la Corte d’Appello di L’Aquila accoglie l’opposizione proposta dalla società, non avendo l’Ispettorato seguito il descritto procedimento prima di procedere alla notifica dell’ordinanza di ingiunzione.

A cura di Fieldfisher