Giudizio di primo grado

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Cassazione: litisconsorzio necessario nei giudizi finalizzati alla riformulazione della graduatoria


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Con la sentenza n. 30425 del 21.11.2019, la Cassazione afferma che i giudizi volti ad ottenere una riformulazione della graduatoria conclusiva di una procedura concorsuale devono svolgersi in contradditorio con gli altri partecipanti coinvolti dai necessari raffronti.

Il fatto affrontato

La lavoratrice partecipa ad una procedura selettiva volta al riconoscimento della progressione economia da F2 a F3.
All’esito della stessa, la medesima ritiene di aver subito una discriminazione, a causa del punteggio inferiore assegnatogli per aver lavorato a tempo parziale.
In forza di ciò, ricorre giudizialmente, chiedendo la rivalutazione dell’esperienza lavorativa prestata in regime di part-time e la conseguente nomina quale vincitrice della procedura concorsuale.
La Corte d’Appello rigetta il ricorso, ritenendo necessaria l’integrazione del contraddittorio a favore dei concorrenti che l’avevano preceduta in graduatoria.

La sentenza

La Cassazione - confermando quanto stabilito dalla Corte d’Appello - afferma che, in materia di selezioni concorsuali, quando un partecipante chieda la riformulazione della graduatoria al fine di conseguire una determinata utilità (promozioni, livelli retributivi, trasferimenti, assegnazioni di sede ecc.), il giudizio deve svolgersi in contraddittorio con gli altri partecipanti coinvolti dai necessari raffronti.

Secondo la sentenza, dunque, il giudice deve ordinare l'integrazione del contraddittorio nei confronti di tutti i controinteressati. Circostanza questa che deve essere esclusa solo qualora la domanda sia limitata al risarcimento del danno o a pretese compatibili con i risultati della selezione.

In conclusione, per i Giudici di legittimità, non può essere negata la configurabilità di un rapporto sostanziale plurisoggettivo, allorquando l'accoglimento della domanda comporti la produzione di effetti, in via diretta ed immediata, nella sfera giuridica di soggetti diversi.

Su tali presupposti, la Suprema Corte rigetta il ricorso della lavoratrice, ritenendo indispensabile l’integrazione del contraddittorio nei confronti degli altri partecipanti che, in caso di riposizionamento più favorevole della ricorrente, sarebbero superati da questa ultima nella posizione in graduatoria.

A cura di Fieldfisher