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Modello Scoober – Just Eat risolve la questione dell’inquadramento dei riders


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Just Eat, parte di Just Eat Takeaway.com, leader nel mercato della consegna di cibo a domicilio, avvierà circa tremila assunzioni di rider in tutta Italia a partire dal mese di Marzo 2021, dapprima in Lombardia, per poi procedere in altre 23 città italiane. 

Già attivo in alcuni dei paesi in cui opera il gruppo, il modello Scoober prevede l’inquadramento dei rider come lavoratori dipendenti: una scelta che consentirà loro di avere tutti i vantaggi e le tutele tipiche dei lavoratori dipendenti, e condizioni di assunzione eque tra cui: un compenso orario, ferie, malattia, maternità/paternità, indennità per lavoro notturno, e festivi, coperture assicurative, dispositivi di sicurezza gratuiti in dotazione, formazione obbligatoria e tutele previdenziali.

IL MODELLO SCOOBER :

La multinazionale del food delivery, nata lo scorso aprile per incorporazione di Just Eat nella neo nata società per 6,2 miliardi di sterline, ha pensato bene di adottare linee guida internazionali e avviare da subito in Italia le trattative con le parti sociali per un accordo circa l’applicazione integrale della normativa e della legislazione italiana.

Ormai da tempo è in corso un confronto con le organizzazioni sindacali in merito all’individuazione di una disciplina collettiva che possa, con gli opportuni adattamenti e in aggiunta alle regole legali, regolare questa forma di lavoro. 

A settembre scorso Assodelivery, l’associazione datoriale delle piattaforme di consegna, aveva siglato il “ primo contratto collettivo di settore “ con l’ UGL. L’accordo, pur prevedendo un compenso minimo di 10 euro l’ora e un’ indennità integrativa per il lavoro notturno e per il maltempo, venne considerato dalle parti sociali come illegittimo, reo di non prevedere ferie malattia, maternità e tredicesima retribuita. 

In attesa che questo confronto produca dei risultati soddisfacenti per tutti, Just Eat avvierà il nuovo modello mediante un regolamento aziendale che prevede di utilizzare diversi regimi di orario: contratti di lavoro dipendente full time, (40 ore settimanali), Part-time (variabile in base alla città e ai volumi di ordini previsti) e a chiamata.

Quanto alla retribuzione, in fase di prima applicazione, Just Eat riconoscerà un trattamento non inferiore alle tabelle previste da contratti collettivi esistenti per profili ed attività analoghe, garantendo un compenso orario del valore medio di circa 9 Euro. Si tratta di un valore indicativo, che si ottiene applicando su una paga base di 7.50 Euro l’ora, indipendentemente dalle consegne effettuate, il pacchetto di maggiorazioni previste dalla normativa in vigore. A tale somma si aggiungerà un ulteriore sistema di bonus legato al numero di consegne. Tale importo potrà essere aggiornato e rivisto – nella sua composizione e funzionamento – in funzione dell’esito del confronto sindacale in corso. 

Sono previste inoltre indennità per l’utilizzo del proprio mezzo per le consegne, auto, ciclomotore o bicicletta, assicurazione di responsabilità civile verso terzi e assicurazione sulla vita; indennità integrative per lavoro notturno, festività e lavoro straordinario; ferie, malattia, maternità/paternità;dotazioni di sicurezza gratuitefornite da Just Eat, come casco, indumenti ad alta visibilità e indumenti antipioggia e zaino per il trasporto del cibo, oltre agli strumenti per la pulizia dell’attrezzatura come spray e igienizzanti e mascherine; formazione relativa all’azienda, all’utilizzo dell’app Scoober; formazione specifica sui temi della salute e della sicurezza per il trasporto degli alimenti e sicurezza stradale.

“L’introduzione di un modello di lavoro dipendente per i rider basata sull’app SCOOBER – spiega Daniele Contini, Country Manager di Just Eat in Italia – rappresenta per noi una scelta etica e di responsabilità, in linea con la strategia che il Gruppo porta avanti con successo già in altri paesi europei. Si tratta di un grande investimento, economico e sulle persone, che ci permetterà di operare con rider tutelati dal punto di vista contrattuale e anche di supportare ulteriormente lo sviluppo del servizio in Italia, offrendo un’esperienza di food delivery sempre più completa ed efficiente per i consumatori e i nostri ristoranti.”