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Tribunale di Cosenza: che valore hanno le dichiarazioni rese dai lavoratori agli ispettori?


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Con la sentenza del 06.05.2025, il Tribunale di Cosenza afferma che gli ispettori non possono giungere a decisioni circa la riqualificazione dei rapporti solo sulla base delle dichiarazioni loro rese in sede ispettiva dai lavoratori coinvolti.

Il fatto affrontato

La società impugna giudizialmente l’avviso di addebito con cui l’INPS – a seguito di un accertamento ispettivo dell’ITL – richiede il pagamento di € 32.389,96, a titolo di omessa contribuzione relativa all’errato inquadramento di un dipendente.
A fondamento della predetta domanda, l’azienda – tra le altre cose – deduce che la richiesta dell’Istituto previdenziale si basa erroneamente solo sulle dichiarazioni rese, in sede ispettiva, dal lavoratore coinvolto.

La sentenza

Il Tribunale afferma, preliminarmente, che l’errato inquadramento di un dipendente non può essere frutto di una mera valutazione soggettiva fondata su personali ricostruzioni degli ispettori derivanti dalle dichiarazioni loro rilasciate dai lavoratori coinvolti nell’accertamento.

Invero, secondo il Giudice, le dichiarazioni rese agli ispettori non costituiscono un dato equivoco, ma possono assumere (a seconda delle interpretazioni) significati molteplici.

Ciò, in quanto i soggetti che vengono sentiti quando utilizzano alcuni termini, non lo fanno per attribuirgli uno specifico contenuto tecnico-giuridico o aziendalistico.

Su tali presupposti, il Tribunale di Cosenza accoglie il ricorso della società e annulla l’avviso di addebito opposto.

A cura di WST