Le Parti sociali più rappresentative hanno siglato, presso il Ministero del lavoro, un ampio Protocollo nazionale sul lavoro agile nel settore privato, con l’impegno a favorire il rispetto delle linee di indirizzo fornite dallo stesso Protocollo da parte delle rispettive organizzazioni di categoria e delle articolazioni a livello territoriale e/o aziendale.
Il nuovo protocollo, composto di 16 articoli, tratta dei principali aspetti che si pongono quando si affronta una forma di lavoro, come il lavoro agile, che sollecita cambiamenti profondi sotto diversi profili e non solo per quanto riguarda l’organizzazione del lavoro.
Il Protocollo, che andrà approfondito in tutti i suoi passaggi, fra l’altro interviene su:
- i principi della volontarietà e dell’alternanza tra giornate in presenza e giornate da remoto;
- la possibilità di accesso al lavoro agile per tutti i lavoratori inseriti nelle aree organizzative in cui viene utilizzato;
- l’obbligo di individuare una fascia di disconnessione, con specifiche misure tecniche e organizzative per garantirla;
- la messa a disposizione, di norma, della strumentazione tecnologica e informatica da parte del datore di lavoro;
- la parità di trattamento e di opportunità fra lavoratori agili e lavoratori che prestano la propria attività esclusivamente nei locali aziendali, anche per quanto concerne i premi di risultato, il welfare aziendale e i benefit;
- l’impegno delle Parti a promuovere il lavoro agile nella garanzia di parità tra i generi;
- l’impegno a facilitare l’accesso al lavoro agile per i lavoratori in condizioni di fragilità e di disabilità che lo richiedano;
- la partecipazione dei lavoratori agili a percorsi formativi specifici, accanto al diritto di essere inseriti nei normali percorsi di sviluppo professionale.
Una particolare attenzione il Protocollo dedica alle questioni della protezione dei dati personali e della riservatezza.
E’ inoltre da segnalare l’intesa sulla istituzione di un Osservatorio bilaterale di monitoraggio con specifici compiti e, fra l’altro, con l’obiettivo di monitorare l’andamento del lavoro agile e anche di favorire lo scambio di informazioni e la diffusione e valorizzazione delle migliori pratiche rilevate. L’Osservatorio sarà presieduto dal Ministro del lavoro o da un suo delegato.
Nel Protocollo, le Parti hanno anche condiviso la necessità di incentivare l’utilizzo corretto del lavoro agile anche tramite un incentivo pubblico destinato alle aziende che regolamentino il lavoro agile con accordo collettivo di secondo livello, in attuazione del Protocollo e dell’eventuale contratto di livello nazionale, stipulati ai sensi dell’art. 51 del d.lgs. n. 81/2015, che ne prevedano un utilizzo equilibrato tra lavoratrici e lavoratori e favorendo un’ottica di sostenibilità ambientale e sociale.
Il Protocollo lascia, in ogni caso, fermi gli accordi sindacali nazionali, territoriali e aziendali vigenti alla data di sottoscrizione del Protocollo. Lo stesso dicasi per gli accordi individuali che dovranno d’ora in poi adeguarsi ai contenuti della contrattazione collettiva di riferimento oltre ad essere coerente con la disciplina della Legge e le disposizioni del Protocollo.
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