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Commissione UE - Proposta di Direttiva su salario minimo [ COM ( 2020 ) 682 final ]


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Dopo una fase di consultazione pubblica delle parti sociali, a norma dell’art. 154 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea (TFUE), la Commissione Europea, in data 28 ottobre, ha avanzato una proposta di direttiva [ COM ( 2020 ) 682 final ] con il precipuo scopo di garantire salari minimi adeguati che consentano una vita dignitosa a coloro che prestano la loro attività lavorativa nell’Unione.

Motivando la proposta, la Commissione sottolinea come i salari, se fissati a livelli adeguati, non hanno solo apprezzabili effetti sociali, ma producono anche benefici economici di più vasta portata, riducono le disuguaglianze salariali, contribuiscono a sostenere la domanda e rafforzano gli incentivi al lavoro. I salari di livello adeguato possono, inoltre, concorrere a ridurre i divari retributivi di genere.

La Commissione, inoltre, attribuisce effetti positivi alla fissazione di salari minimi adeguati anche per quanto riguarda il contrasto a forme di concorrenza sleale, ferma restando l'individuazione nella contrattazione collettiva del miglior strumento per regolare i salari ed evitare al contempo la  destabilizzazione dell'economia dell'Unione. La proposta, dopo ben 31 considerando, risulta composta da 19 articoli, che principalmente trattano dei seguenti aspetti: 

  1. la finalità generale di garanzia di salari minimi adeguati può essere realizzata tramite i contratti collettivi o tramite forme di salario minimo fissato dalla legge;
  2. la Direttiva non è volta a pregiudicare l’autonomia delle parti sociali nel negoziare e sottoscrivere i contratti collettivi, come non pregiudica la facoltà degli Stati membri di fissare degli salari minimi legali o di promuovere la tutela salariale promuovendo la contrattazione collettiva;
  3. al fine di accrescere il numero di lavoratori coperti dalla contrattazione collettiva, gli Stati adottano apposite misure promozionali;
  4. quando la copertura assicurata dalla contrattazione collettiva è inferiore al 70%, gli Stati possono pervenire all’adozione di una legge previa consultazione delle parti sociali oppure ad un accordo che stabilisca un piano di azione finalizzato alla promozione della contrattazione, piano da rendere pubblico e da notificare alla Commissione;
  5. con riferimento agli Stati membri in cui esiste un salario minimo legale, la proposta fornisce particolari criteri a cui dare seguito con lo scopo di assicurarne l’adeguatezza anche nel tempo, fra l’altro chiedendo la partecipazione - effettiva e in tempo utile - delle parti sociali alla fissazione e all’aggiornamento dei salari.
  6. La contrattazione collettiva è considerata come il miglior strumento per regolare i salari

La proposta della Commissione, basata sull’art. 153, paragrafo 1 lett. b, del TFUE è destinata a passare all’esame del Parlamento europeo e del Consiglio. In seguito all’adozione definitiva, gli Stati avranno due anni per recepire le disposizioni della Direttiva nelle rispettive legislazioni nazionali.

Fonte: Commissione UE