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Cassazione: il tempo di vestizione degli infermieri deve essere retribuito


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Con l’ordinanza n. 8622 del 07.05.2020, la Cassazione afferma che l'attività di vestizione/svestizione degli infermieri deve rientrare nell'orario di lavoro e, quando viene effettuata prima dell'inizio o dopo la fine del turno, deve essere autonomamente retribuita.

Il fatto affrontato

I lavoratori, aventi qualifica di infermieri ed ostetrici, ricorrono giudizialmente al fine di vedersi ricompreso nell'orario di lavoro - e, quindi, retribuito - il tempo necessario, all'inizio ed alla fine del turno, per indossare e dismettere la divisa e per ricevere e passare le consegne.

L’ordinanza

La Cassazione - nel confermare la statuizione della Corte d’Appello - afferma che l'attività di vestizione è un comportamento integrativo dell'obbligazione lavorativa principale ed è funzionale al corretto espletamento dei doveri di diligenza preparatoria.
Costituisce, infatti, un'attività svolta non soltanto nell'interesse dell'Azienda datrice, ma anche dell'igiene pubblica, imposta dalle superiori esigenze di sicurezza.

Secondo i Giudici di legittimità, detta attività dà, quindi, diritto alla retribuzione anche nel silenzio della contrattazione collettiva, in quanto, proprio per le peculiarità che la connotano, deve ritenersi implicitamente autorizzata da parte dell'Azienda sanitaria.

Per la sentenza, inoltre, l’attività di vestizione risulta funzionale anche ai fini del corretto espletamento dei doveri deontologici della presa in carico dei pazienti e della continuità assistenziale.

Su tali presupposti, la Suprema Corte rigetta il ricorso della Azienda sanitaria, confermando il diritto degli infermieri a vedersi retribuito il tempo necessario per la vestizione.

A cura di Fieldfisher