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Cassazione: gli eredi che proseguono di fatto l’attività d’impresa rispondono dei debiti del defunto verso i dipendenti


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Con l’ordinanza n. 24197 del 02.11.2020, la Cassazione afferma che gli eredi che - pur costituendo formalmente una nuova società - proseguono di fatto l’attività d’impresa del defunto, rispondono di tutti i debiti assunti da quest’ultimo verso i dipendenti.

Il fatto affrontato

La lavoratrice ricorre giudizialmente al fine di ottenere, da parte della società datrice, la somma di € 151.908,51 a titolo di differenze retributive spettanti per lo svolgimento di mansioni superiori nel periodo 01.01.1977 – 05.07.2001.
Nel costituirsi in giudizio, la società eccepisce il proprio difetto di legittimazione passiva, essendo il rapporto di lavoro intercorso esclusivamente con l’originario titolare, deceduto nel novembre 2001, ed essendosi, invece, la convenuta costituitasi successivamente, con soluzione di continuità rispetto all'impresa gestita dal de cuius.
La Corte d’Appello accoglie la domanda della dipendente, rigettando l’eccezione dell’azienda convenuta, sul presupposto che la stessa, costituitasi fra gli eredi, era succeduta nei rapporti giuridici dell'impresa individuale del defunto.

L’ordinanza

La Cassazione - nel confermare la statuizione della Corte d’Appello - afferma che nel caso in cui più eredi esercitino, congiuntamente ed in via di fatto, lo sfruttamento diretto dell'azienda già appartenuta al de cuius, deve escludersi la configurabilità di una mera amministrazione di beni ereditari in regime di comunione e si è, invece, in presenza dell'esercizio di attività imprenditoriale da parte di una società di fatto.

Secondo la sentenza, dunque, ove via sia il diretto sfruttamento dell’impresa da parte di tutti i coeredi, l’originaria comunione si trasforma in una società sia pure irregolare o di fatto.

Per i Giudici di legittimità, ne consegue che, in ordine ai debiti contratti nell'esercizio di tale attività, restano prive di rilievo la qualità successoria dei soggetti coinvolti e le eventuali limitazioni di responsabilità ad essa correlate.

Su tali presupposti, la Suprema Corte rigetta il ricorso proposto dalla società, confermando la responsabilità solidale della stessa per il debito assunto dall’impresa individuale del defunto nei confronti della lavoratrice.

A cura di Fieldfisher