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Cassazione: licenziamento illegittimo se l’azienda non dimostra la falsità dell’infortunio denunciato dal dipendente


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Con la sentenza n. 21629 del 04.09.2018, la Cassazione afferma che il licenziamento per giusta causa irrogato ad un lavoratore accusato di aver simulato un infortunio deve essere considerato illegittimo qualora l’azienda non dimostri la falsità dell’evento denunciato dal dipendente poiché, pur trattandosi di prova negativa, rimane immutato il relativo onere.

Il fatto affrontato

Il lavoratore impugna giudizialmente il licenziamento per giusta causa irrogatogli per simulazione di infortunio sul lavoro.
La Corte d’Appello accoglie la suddetta domanda, sostenendo che la società datrice non aveva fornito la prova della sussistenza della giusta causa di recesso e, cioè, della falsità della denuncia di infortunio (tanto nel senso che il dipendente non ne avesse subito alcuno, come nel senso che lo avesse subito ma non in occasione di lavoro), con la precisazione che, trattandosi di una prova negativa, ovvero della prova dell'inesistenza di un fatto, l’azienda avrebbe dovuto dare dimostrazione dell'esistenza di fatti positivi incompatibili con l'esistenza dell'evento denunciato.

La sentenza

La Cassazione, confermando quanto stabilito dalla Corte d’Appello, non ritiene di poter aderire alla censura mossa dalla società, secondo la quale, con la richiesta della positiva dimostrazione dell’insussistenza di un infortunio, i giudici avrebbero posto a carico della stessa un onere probatorio concretamente insostenibile e tale da recare pregiudizio alle sue possibilità di difesa.

Secondo i Giudici di legittimità, infatti, l'onere probatorio gravante, a norma dell'art. 2697 c.c., su chi intende far valere in giudizio un diritto, ovvero su chi eccepisce la modifica o l'estinzione del diritto vantato da altri, non subisce deroga neanche quando abbia ad oggetto fatti negativi, in quanto la negatività dei fatti oggetto della prova non esclude né inverte il relativo onere, gravando esso pur sempre sulla parte che fa valere il diritto di cui il fatto ha carattere costitutivo.
Tuttavia, non essendo possibile la materiale dimostrazione di un fatto non avvenuto, la relativa prova può esser data mediante la dimostrazione di uno specifico fatto positivo contrario, o anche mediante presunzioni dalle quali possa desumersi il fatto negativo.

Su tali presupposti, la Suprema Corte, non ritenendo assolto l’onere probatorio da parte della società, rigetta il ricorso proposto dalla stessa.

A cura di Fieldfisher