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Cassazione: sul datore grava l’obbligo di vigilare che le disposizioni impartite vengano rispettate


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Con l’ordinanza n. 19509 del 23.07.2018, la Cassazione afferma che il prestatore costretto a sollevare pesi, che contrae una malattia professionale, ha diritto al risarcimento da parte della società anche se nello svolgimento dell'attività poteva farsi aiutare dai colleghi, posto che sul datore di lavoro grava l'obbligo di vigilare affinché le disposizioni impartite siano effettivamente rispettate e non lasciate alla discrezionalità dei dipendenti.

Il fatto affrontato

La lavoratrice, avente mansioni di cuoca preposta a filtrare al termine del turno l'olio utilizzato durante la giornata, con sollevamento dei vari contenitori pesanti, ricorre giudizialmente al fine di richiedere alla società datrice il risarcimento per i danni fisici subiti (frequenti lombosciatalgie e sottoposizione ad urgente intervento chirurgico per asportazione di ernia discale) in conseguenza di ciò.
A sostegno della suddetta domanda deduce che il lavoro svolto aveva aggravato il suo stato di salute, per responsabilità del datore, con specifico riferimento alle normative in tema di movimentazione manuale dei carichi, non essendo stato redatto il documento di valutazione dei rischi e sussistendo una totale omissione di sorveglianza sanitaria.

L’ordinanza

La Cassazione, confermando quanto statuito dalla Corte d’Appello, ritiene di non poter aderire alla tesi difensiva della società secondo cui non vi era stata alcuna violazione, dal momento che la lavoratrice, come anche tutti gli altri dipendenti, poteva in qualsiasi momento chiedere l'aiuto dei propri colleghi nello svolgimento delle attività più faticose.

I Giudici di legittimità censurano, invece, tale condotta che aveva lasciato alla libera determinazione dei dipendenti la scelta del se e del quando richiedere l'aiuto dei compagni di lavoro nell'attività di sollevamento di pesi.
Infatti, per la sentenza, così operando il datore non aveva adempiuto all'ulteriore obbligo, che gli competeva, consistente nel dovere di vigilare affinché le disposizioni impartite fossero effettivamente rispettate dai lavoratori e non lasciate alla loro pura e semplice discrezionalità.

Su tali presupposti, la Suprema Corte rigetta il ricorso proposto dalla società datrice, confermando il diritto della lavoratrice a vedersi riconosciuto il risarcimento per i danni fisici subiti.

A cura di Fieldfisher