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Cassazione: risarcimento al lavoratore anche se le condotte illegittime del datore non integrano il mobbing


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Con l’ordinanza n. 16256 del 20.06.2018, la Cassazione afferma che il lavoratore ha diritto a vedersi riconosciuto il risarcimento per il danno subito in conseguenza di una pluralità di illegittime condotte datoriali, anche nel caso in cui le stesse non siano legate da un unitario intento persecutorio idoneo ad integrare la fattispecie di mobbing.

Il fatto affrontato

Il lavoratore ricorre giudizialmente per chiedere che la società venga condannata a corrispondergli un risarcimento per i danni subiti in conseguenza di alcuni comportamenti vessatori e discriminatori posti in essere dal datore nei suoi confronti.
In conseguenza di ciò, la Corte d’Appello, pur riconoscendo l’illegittimità delle quattro sanzioni disciplinari conservative comminategli nell’arco di sei mesi, rigetta la domanda risarcitoria, stante l’inconsistenza di dette circostanze sotto il profilo del lamentato mobbing.

L’ordinanza

La Cassazione, ribaltando la statuizione della Corte d’Appello, afferma il diritto del lavoratore a chiedere il risarcimento del danno patito alla propria integrità psicofisica in conseguenza di una pluralità di comportamenti del datore e dei colleghi di lavoro di natura asseritamente vessatoria.

Nell’ipotesi in cui il giudice del merito, pur accertando l’insussistenza di un intento persecutorio idoneo ad unificare tutti gli episodi addotti dall'interessato e quindi l’inconfigurabilità di una condotta di mobbing, è tenuto a valutare se i comportamenti denunciati - esaminati singolarmente - pur non essendo accomunati dal medesimo fine persecutorio, possano essere considerati vessatori e mortificanti per il lavoratore.

Laddove ricorra quest’ultima circostanza, secondo la sentenza, detti comportamenti illeciti devono essere ascritti a responsabilità del datore di lavoro, che come tale deve essere chiamato a risponderne, nei limiti dei danni a lui imputabili.

Su tali presupposti, la Suprema Corte ha accolto il ricorso del lavoratore, riconoscendo il suo diritto a vedersi riconosciuto un risarcimento per il danno subito a seguito delle illegittime sanzioni disciplinari comminategli dalla società datrice.

A cura di Fieldfisher