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Cassazione: quando il comportamento abnorme del lavoratore infortunatosi fa venire meno la responsabilità datoriale


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Con la sentenza n. 58272 del 05.12.2018, la Cassazione penale afferma che, in tema di infortuni sul lavoro, la responsabilità datoriale in presenza di una condotta abnorme del prestatore vittima del sinistro, viene meno solo nel caso in cui la società abbia posto in essere tutte le idonee misure di sicurezza.

Il fatto affrontato

Due lavoratori rimangono schiacciati dalla caduta di vetri lavorati poggiati su un bancale non idoneo a sostenerli, riportando delle gravi lesioni personali.
In conseguenza di ciò, l’Amministratore Delegato della società datrice viene condannato in primo e secondo grado, per avere omesso di valutare nel documento unico di valutazione dei rischi (c.d. Duvri) quello connesso all'uso dei bancali di appoggio dei vetri e per non aver messo a disposizione dei dipendenti un bancale idoneo al deposito dei vetri lavorati, in violazione degli artt. 28 e 71 del D.Lgs. 81/2008.

La sentenza

La Cassazione, confermando quanto stabilito dal Tribunale e dalla Corte d’Appello, afferma che, in tema di infortuni sul lavoro, la condotta colposa del dipendente è idonea ad escludere la responsabilità dell'imprenditore, dei dirigenti e dei preposti, allorquando la stessa risulti esorbitante dal procedimento di lavoro al quale egli è addetto oppure si concretizzi nella inosservanza di precise norme antinfortunistiche. Ulteriore elemento necessario, per la sentenza, è che la predetta condotta sia anomala e comunque lontana dalle ipotizzabili e, quindi, prevedibili, imprudenti scelte del lavoratore nella esecuzione della prestazione.

Tuttavia, secondo i Giudici di legittimità, la condotta abnorme del prestatore interrompe il nesso di causalità e fa venir meno la responsabilità datoriale, solo nel caso in cui la società abbia posto in essere tutte le idonee e necessarie misure di sicurezza.

Dal momento che, invece, nel caso di specie la società aveva violato i precetti di cui agli artt. 28 e 71 del Testo Unico sulla salute e sicurezza dei luoghi di lavoro, la Suprema Corte conferma la condanna dell’Amministratore Delegato della stessa.

A cura di Fieldfisher