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Cassazione: i ruoli di datore di lavoro e di Rspp devono essere tenuto distinti


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Con la sentenza n. 16562 del 29.04.2022, la Cassazione afferma che il cumulo di due diversi ruoli - quali quello di datore e di r.s.p.p., che secondo l'architettura normativa devono risiedere in capo a soggetti diversi - è indice di un colposo difetto di organizzazione che ricade sul datore di lavoro.

Il fatto affrontato

Il legale rappresentante di una società, avente anche qualifica di direttore di stabilimento e di responsabile del servizio di prevenzione e protezione nella medesima azienda, viene ritenuto responsabile del reato di omicidio colposo aggravato, per aver cagionato la morte dell'operaio a causa della violazione delle norme sulla prevenzione degli infortuni.

La sentenza

La Cassazione rileva, preliminarmente, che la qualità di datore di lavoro e quella di responsabile del servizio di prevenzione e protezione devono risiedere in capo a soggetti diversi, sì da non recare confusione nell'ambito dei ruoli decisionali e consultivi nella gerarchia della organizzazione e gestione della sicurezza del lavoro.

Per la sentenza, infatti, il ruolo consultivo e interlocutorio del r.s.p.p. deve essere funzionalmente distinto da qualsiasi ruolo decisionale, soprattutto da quello datoriale, perché altrimenti si incrociano posizioni e funzioni con compiti strutturalmente diversi, che devono cooperare su piani distinti.

Secondo i Giudici di legittimità, invero, la dialettica tra chi esercita i poteri organizzativi e chi ha un ruolo tecnico ed elaborativo costituisce la sintesi di base da cui prende le mosse ogni determinazione organizzativa, amministrativa, tecnica e produttiva in materia di sicurezza.

Su tali presupposti, la Suprema Corte rigetta il ricorso dell’imputato, ritenendolo colpevole del reato ascrittogli.

A cura di Fieldfisher