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Cassazione: computati nell’anzianità di servizio i periodi prestati prima della stabilizzazione


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Con l’ordinanza n. 7309 del 16.03.2020, la Cassazione afferma che, in materia di pubblico impiego, i periodi di servizio prestati in esecuzione di un contratto a tempo determinato devono essere computati nell’anzianità di servizio del dipendente al momento della sua assunzione, presso la stessa PA, avvenuta nell'ambito di una procedura di stabilizzazione.

Il fatto affrontato

La lavoratrice, ricercatrice precaria stabilizzata, ricorre giudizialmente al fine di vedersi riconosciuta l'anzianità maturata sin dalla sua prima assunzione a termine alle dipendenze del medesimo Ente datore.

L’ordinanza

La Cassazione - nel confermare la statuizione della Corte d’Appello - afferma, preliminarmente, che, secondo la clausola 4 dell'Accordo Quadro sul lavoro a tempo determinato allegato alla Direttiva 1999/70/CE, i lavoratori a tempo determinato non possono essere trattati in modo meno favorevole dei lavoratori a tempo indeterminato comparabili per il solo fatto di avere un contratto a termine.

Secondo la sentenza, detta norma oltre ad avere carattere incondizionato, non può essere interpretata in maniera restrittiva e può essere fatta valere dal singolo dinanzi al giudice nazionale, che ha l'obbligo di applicare il diritto dell'UE, disapplicando, se necessario, qualsiasi contraria disposizione normativa interna.

Per i Giudici di legittimità, corollario di questo principio è che i lavoratori assunti a termine possono legittimamente chiedere di beneficiare di una condizione di impiego riservata solo ai dipendenti a tempo indeterminato, quale è la maggiorazione retributiva connessa all'anzianità di servizio.
Tale maggiorazione può essere negata solo se sussiste una giustificazione oggettiva, ossia in presenza di elementi precisi e concreti di differenziazione che contraddistinguano le modalità di lavoro e che attengano alla natura ed alle caratteristiche delle mansioni espletate.

Su tali presupposti, la Suprema Corte rigetta il ricorso dell’Ente datore, confermando il diritto della ricercatrice a vedersi computati nell’anzianità di servizio i periodi prestati prima della stabilizzazione.

A cura di Fieldfisher