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Cassazione: l’INPS può emettere l’avviso di addebito su una precedente sentenza di condanna


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Con l’ordinanza n. 40644 del 17.12.2021, la Cassazione afferma che l’INPS – al fine di utilizzare uno strumento più snello e maggiormente efficace per il recupero di crediti contributivi – può legittimamente emettere un avviso di addebito sulla scorta di una precedente sentenza di condanna inter partes passata in giudicato.

Il fatto affrontato

Il debitore propone opposizione giudiziale ad un avviso di addebito emesso dall’INPS al fine di ottenere il pagamento di somme per contributi e sanzioni relative a omissioni contributive, accertate e quantificate da una precedente sentenza intervenuta tra le stesse parti e passata in giudicato.
La Corte d’Appello rigetta la predetta domanda, ritenendo non fondata l’eccezione di parte ricorrente circa una duplicazione di giudicati ed un eventuale rischio di violazione del giudicato.

L’ordinanza

La Cassazione - nel confermare la statuizione della Corte d’Appello - rileva, preliminarmente, che la sentenza che si pronuncia in merito all’opposizione ad avviso di addebito non può mai considerarsi di mero accertamento, ma sempre di condanna.
Ne consegue che il titolo è, quindi, rappresentato dalla sentenza di condanna, che sostituisce l'avviso di addebito opposto.

Per la sentenza, sulla base della pronuncia giudiziale, l’Ente impositore può emettere un nuovo avviso di addebito, senza incorrere in alcuna violazione di giudicato, a condizione che richieda non una somma diversa, ma solo la cifra con le sanzioni aggiornate.

Secondo i Giudici di legittimità, in tali circostanze, sussiste l’interesse del creditore di munirsi di un successivo titolo esecutivo, a condizione ovviamente che l'azione non sia consumata.

Su tali presupposti, la Suprema Corte rigetta il ricorso proposto dal debitore, confermando la legittimità dell’avviso di addebito opposto.

A cura di Fieldfisher