Oltre mille depositi in un mese, per un totale di 80.255 contratti depositati e attivi da inizio anno. Il report del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali sul deposito dei contratti che prevedono premi di risultato e forme di partecipazione agli utili di impresa, registra 14.158 contratti attivi, con un incremento di 1.116 nuovi contratti rispetto al 15 maggio scorso e un trend di crescita rispetto allo scorso anno del 4 per cento.
Tra gli oltre 14mila contratti depositati e attivi, la maggior parte (11.581) fa riferimento a contratti aziendali, mentre i restanti sono contratti territoriali (2.577), tipologia che continua a far registrare il tasso di crescita maggiore rispetto all’anno precedente (+10,1%).
Oltre 3,7 milionii lavoratori beneficiari dei premi, per un importo medio annuo di 1.596,50 euro.
Diverse le finalità dei contratti attivi: 11.602 puntano al raggiungimento di obiettivi di produttività, 9.083 di redditività, 7.181 di qualità, mentre 1.489 prevedono un piano di partecipazione e 8.771 prevedono misure di welfare aziendale.
Rispetto alla dimensione delle aziende che si avvalgono di questo strumento per riconoscere ai propri lavoratori importi aggiuntivi alla retribuzione in funzione del raggiungimento degli obiettivi, il 49% riguarda imprese con meno di 50 dipendenti. La quota restante si divide tra le aziende con almeno 100 dipendenti (36%) e quelle di fascia intermedia con numero di dipendenti compreso tra 50 e 99 (15%).
I premi corrisposti ai lavoratori sono sottoposti a un’aliquota per l’imposta sostitutiva che la Legge di Bilancio per il 2023 (articolo 1, comma 63, della L. n. 197/2022) ha dimezzato rispetto al passato e portato al 5%. La detassazione è stata confermata nella Manovra per il 2024 (articolo 1, comma 18, legge n. 213/2023) e sarà attiva nel triennio 2025-2027 secondo quanto disposto dalla Legge di Bilancio per il 2025 (articolo 1, comma 385, legge n. 207/2024). La riduzione opera per i lavoratori dipendenti del settore privato, titolari di un rapporto di lavoro subordinato a tempo determinato o indeterminato e con un reddito da lavoro dipendente non superiore a 80mila euro nell’anno precedente, fino a un massimo di 3mila euro lordi, incrementabili a 4mila euro nelle imprese che coinvolgono pariteticamente i lavoratori nell’organizzazione del lavoro.
Fonte: Min. Lavoro