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Smart working, in arrivo la proroga al 31 dicembre ma molte aziende hanno già provveduto.


Si fa un gran parlare di Smart Working, tra le aziende, tra le Pubbliche Amministrazioni e nel mondo del lavoro in generale. L'emergenza sanitaria ha difatti spinto il Governo a rivedere in diverse occasioni alcuni aspetti legati al lavoro agile, per poter assicurare la continuità delle attività produttive. 

E’ stato così previsto un iter semplificato per l’attivazione dello smartworking , oltre al riconoscimento di un diritto al lavoro agile per particolari categorie di lavoratori. 

Questo assetto prorogato più volte , e portato sino al 30 settembre per i super fragili e al 31 dicembre 2023 per fragili e lavoratori con figli under 14 del settore privato, vede quest’ultime due categorie vantare un diritto al lavoro agile subordinato alla compatibilità delle proprie mansioni con il lavoro remoto, a differenza dei primi per i quali il diritto è riconosciuto in maniera incondizionata. 

Con la prima scadenza ormai alle porte , sembra prossima l’adozione di un nuovo provvedimento che riallineerà le scadenze al 31 dicembre anche per i lavoratori che versano in condizioni di particolare fragilità individuate dal Decreto ministeriale del 4 febbraio 2022

Il Consiglio dei Ministri del 27 settembre ha infatti esaminato una bozza di decreto legge il quale prevede la proroga delle tutele dei super fragili sia nel settore pubblico che in quello privato. 

Nel frattempo le aziende maggiormente strutturate hanno già provveduto alla proroga delle tutele mediante la stesura di specifici accordi collettivi, spesso procedendo con un equiparazione tra fragili e super fragili , in altri casi attribuendo priorità a specifiche categorie di lavoratori nel rispetto delle disposizioni di legge. 

Ultimi esempi in ordine di tempo sono gli accordi raggiunti in Poste Italiane e Rai Radio Televisione Italiana rispettivamente del 14 e 18 settembre 2023. 

Le aziende, preso atto che il superamento della situazione emergenziale ha consentito di normalizzare i processi produttivi e di far evolvere gli stessi grazie alle nuove modalità di lavoro sperimentate durante la pandemia, hanno ritenuto opportuno confermare il ricorso a tale modalità di svolgimento della prestazione, non escludendo eventuali affinamenti coerenti con i nuovi contesti organizzativi e soprattutto con le evoluzioni normative in materia.