Criticità in vista per il prossimo correttivo al Codice dei contratti pubblici di cui al D.Lgs. n. 36/2023. A rilevarle è il Consiglio di Stato con il parere n. 1463 del 2 dicembre 2024.
Nel corposo documento di 151 pagine vengono evidenziati diversi punti critici tra i quali emerge l’introduzione dell’Allegato I.01 ( Appalti e misurazione della rappresentatività. Criticità evidenziate dalle associazioni datoriali.), relativo ai contratti collettivi, e le modifiche proposte in tema di ruolo e poteri del Responsabile Unico del Procedimento (RUP) e dei responsabili di fase.
Delega di competenze al RUP - Il Consiglio i Stato ha espresso significative perplessità riguardo alla possibilità di attribuire una delega estesa e non sufficientemente definita al Responsabile Unico del Procedimento (RUP) e ai responsabili di fase. Questa previsione, secondo i giudici, rischia di introdurre elementi di incertezza operativa, con potenziali ripercussioni sull’efficacia e sulla trasparenza dei procedimenti amministrativi.
Rischi delega indefinita - La delega, così come proposta, è formulata in termini che non chiariscono con precisione l’ambito delle attività trasferibili, né definiscono i limiti di responsabilità tra il delegante e i delegati. Questa ambiguità potrebbe portare a sovrapposizioni di ruoli e competenze, aumentando il rischio di contenziosi e rallentamenti nelle procedure. Un aspetto critico evidenziato dal Consiglio di Stato riguarda il bilanciamento tra l’autonomia gestionale del RUP e il necessario controllo amministrativo. La figura del RUP è centrale nel garantire la corretta gestione delle gare pubbliche, fungendo da punto di raccordo tra i diversi attori coinvolti. Tuttavia, un ampliamento delle sue prerogative attraverso una delega poco strutturata potrebbe compromettere il sistema di checks and balances che tutela la legalità e l’efficienza degli appalti.
Autonomia gestionale e controllo amministrativo - L’equilibrio tra autonomia e controllo è un tema particolarmente sensibile nel settore degli appalti pubblici, dove la necessità di semplificare i procedimenti si scontra con l’obbligo di garantire trasparenza e rispetto delle norme. Delegare un ampio spettro di funzioni al RUP e ai responsabili di fase senza un quadro normativo chiaro potrebbe aumentare i rischi di discrezionalità e abuso, incidendo negativamente sulla fiducia del sistema degli appalti.
Critiche su metodo - Nel suo parere, il Consiglio di Stato ha invitato il legislatore a fornire una maggiore specificità normativa, delineando in modo chiaro i confini delle competenze trasferibili e prevedendo adeguati strumenti di monitoraggio e controllo. Secondo i giudici, una maggiore precisione legislativa è fondamentale per prevenire possibili disallineamenti applicativi e garantire che l’autonomia gestionale non si traduca in una deregolamentazione di fatto.
l Consiglio di Stato infine sottolinea l’importanza di adottare un approccio metodologico rigoroso, che consenta di stimare con precisione gli effetti delle modifiche proposte. Questo dovrebbe includere analisi predittive dettagliate sugli impatti macroeconomici e settoriali, distinguendo tra investimenti e spesa corrente, oltre a valutare l’effetto sui moltiplicatori fiscali.
Nonostante l’impegno profuso nella redazione del testo, il Consiglio evidenzia che il correttivo manca di una visione integrata e di dati concreti che giustifichino le modifiche. Il rischio è che si finisca per replicare le stesse problematiche che il nuovo Codice intendeva risolvere, senza garantire un’effettiva semplificazione e razionalizzazione del sistema.