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Corte dei Conti: possibile affidare incarichi specialistici al personale in quiescenza


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Con la delibera n. 88 del 03.05.2023, la Corte dei Conti Sezione Regionale di Controllo per il Lazio, afferma che è possibile affidare un incarico di supporto, affiancamento e assistenza a titolo oneroso a personale in quiescenza, purché l'assistenza non comporti studio e consulenza, ossia attività caratterizzata, in negativo, dalla mancanza di competenze specialistiche.

Il caso affrontato

Il Consiglio delle autonomie locali del Lazio trasmette la richiesta di parere di un sindaco in materia di conferimento di incarichi al personale in quiescenza.
In particolare, viene richiesto alla Corte dei Conti se “è possibile affidare un incarico di supporto, affiancamento e assistenza a titolo oneroso a personale in quiescenza, precisando che l’attività oggetto della prestazione non concernerebbe l’espletamento di funzioni direttive, dirigenziali, di studio o di consulenza; in caso affermativo, ricorrendo a quale istituto”.

La delibera

La Corte dei Conti rileva, preliminarmente, che l’art. 5, comma 9, del D.Lgs. 95/2012 vieta di attribuire incarichi di studio e di consulenza a soggetti già lavoratori privati o pubblici collocati in quiescenza.

Per i Giudici, la tassatività delle fattispecie vietate fa sì che le attività consentite per gli incarichi affidabili al personale in quiescenza si ricavino a contrario, dovendosi le situazioni diverse da quelle elencate non essere ricomprese nel divieto di legge.

Secondo la delibera, ne consegue che se il divieto riguarda l'attività di studio e quella di consulenza, può ritenersi consentita, invece, quella di assistenza nei limiti in cui si diversifica dalle altre due. Assistenza che, quindi, non deve comportare studio e consulenza, ma deve caratterizzarsi per competenze specialistiche.

A cura di Fieldfisher