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Contributi previdenziali delle pubbliche amministrazioni e prescrizione: le nuove norme del d.l. n.215/2023


Il d.l. 30 dicembre 2023, n. 215, all’esame del Parlamento e non ancora convertito in legge, contiene delle disposizioni in materia di prescrizione degli contributivi dovuti per i dipendenti dalle amministrazioni pubbliche: art. 1, commi 16 e 17, del decreto legge. 

Per essere agevolati nel comprenderne la portata, occorre ritornare indietro alla emanazione della legge n. 335/del 1995 e alle sue disposizioni in tema di prescrizione. 

Questa, a suo tempo, ha fissato in cinque anni il termine di prescrizione degli obblighi contributivi, precisando anche che i contributi non possono essere più versati una volta che sia decorso il predetto termine di prescrizione (art. 3, comma 9, secondo il quale, peraltro, la prescrizione è decennale ove ricorra una denuncia del lavoratore o dei suoi superstiti). 

Entrata in vigore tale normativa, si è poi chiarito che essa vale anche nei casi in cui sono pubbliche amministrazioni a dovere i contributi previdenziali nella veste di datori di lavoro (cfr., in tal senso, la circolare Inps del 15 novembre 2017, n.169). 

Successivamente, sono intervenuti alcuni provvedimenti (d.l. 28 gennaio 2019, n. 4; d.l. 30 dicembre 2019, n. 162; d.l. 30 dicembre 2021, n. 22; d.l. 20 dicembre 2022, n. 198, tutti convertiti in legge) che hanno disposto la sospensione della decorrenza della prescrizione degli obblighi contributivi delle pubbliche amministrazioni. Il recente d.l. n. 215/2023 è l’ultimo della serie. 

Da esso deriva che fino al 31 dicembre 2024 sono sospesi i termini prescrizione dei contributi riguardanti periodi di competenza che non oltrepassano il 31 dicembre 2019. 

Ciò significa che le pubbliche amministrazioni possono versare contributi che, altrimenti, non potrebbero essere versati per il sopravvenire della prescrizione. 

Inoltre, dalla combinazione dei provvedimenti a cui si è fatto cenno e da quanto da ultimo previsto dal d.l. n. 215/2023 deriva che le pubbliche amministrazioni, entro il 31 dicembre 2024, possono versare la contribuzione in deroga al termine quinquennale di prescrizione per i collaboratori coordinati e continuativi e le figure assimilate ( come i dottori di ricerca). 

Il d.l. n. 215/2023 si occupa, infine, del profilo sanzionatorio. Quando non si versano tempestivamente i contributi si incappa nelle sanzioni di cui all’art. 116,commi 8 e 9, della l. n.388/2000 (sanzioni civili, interessi). 

Il d.l. n. 215/2023, ugualmente sulla scia di disposizioni preesistenti prevede che, in considerazione della sospensione del termine prescrizionale, le predette sanzioni non trovano applicazione fino al 31 dicembre 2024.