Con l’ordinanza n. 19467 del 15.07.2025, la Cassazione afferma che, per la determinazione del minimale contributivo, con esclusiva incidenza sul rapporto previdenziale, si fa riferimento alla retribuzione spettante ai lavoratori di un determinato settore in applicazione dei contratti collettivi stipulati dalle associazioni sindacali più rappresentative su base nazionale, senza che detto importo possa essere derogato in pejus dai contratti di prossimità.
Il fatto affrontato
La società propone opposizione giudiziale avverso l'avviso di addebito con cui l’INPS aveva richiesto il pagamento di € 356.993,92, risultanti dalla rideterminazione dei contributi in base alla retribuzione minima prevista dal CCNL terziario, anziché in base al CCNL Multiservizi applicato dalla ricorrente e derogato da un contratto di prossimità.
La Corte d’Appello rigetta la predetta domanda, ritenendo non applicabile il CCNL Multiservizi individuato dalla società per la non riconducibilità in esso delle attività svolte dalla stessa.
L’ordinanza
La Cassazione – nel confermare la pronuncia di merito – rileva, preliminarmente, che l'importo della retribuzione da assumere come base di calcolo dei contributi previdenziali non può essere inferiore all'importo di quella retribuzione che ai lavoratori di un determinato settore sarebbe dovuta in applicazione dei contratti collettivi stipulati dalle associazioni sindacali più rappresentative su base nazionale (c.d. "minimale contributivo").
Invero, continua la sentenza, per determinare detta retribuzione occorre far riferimento al CCNL comparativamente più rappresentativo nel settore di attività effettivamente svolta dall'impresa ai sensi dell'art. 2070 c.c., sulla base di un criterio oggettivo e predeterminato che non lasci spazio a scelte discrezionali o a processi di autodeterminazione normativa.
A tal fine, secondo i Giudici di legittimità, non è rilevante individuare l'attività svolta dai singoli lavoratori dipendenti, quanto l'oggetto dell'attività esercitata dall'imprenditore.
Su tali presupposti, la Suprema Corte rigetta il ricorso proposto dalla società, confermando la debenza della contribuzione portata dall’avviso di addebito opposto.
A cura di WST