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Parlamento UE: Risoluzione su salario minimo , strumento di riduzione delle diseguaglianze e della povertà lavorativa


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Con la Risoluzione del 10 febbraio 2021 n. 44, approvata 365 voti favorevoli, 118 contrari e 208 astensioni, il Parlamento europeo ha ribadito importanti principi delle lotta alle diseguaglianze, richiamando particolare attenzione sulla povertà lavorativa. Secondo la definizione di Eurostat, gli individui sono a rischio di povertà quando lavorano per più di metà anno e il loro reddito annuale è inferiore al 60% del livello di reddito medio familiare nazionale al netto dei contributi sociali. 

I dati Eurostat mostrano che il 9,4% dei lavoratori europei si trovava a rischio di povertà nel 2018. 

I salari minimi non sono aumentati allo stesso ritmo di altri tipi di salari in molti Paesi UE, esacerbando le disuguaglianze di reddito e la povertà lavorativa e riducendo la capacità dei lavoratori a bassa retribuzione di far fronte alle difficoltà finanziarie. Avendo inoltre presenti le conseguenze economiche e sociali provocate dalla pandemia da COVID-19, la risoluzione, fra l’altro, rileva che il principio secondo cui il lavoro è il mezzo migliore per combattere la povertà è contraddetto nei settori a bassa retribuzione e quelli in che lavorano in condizioni di lavoro precarie e atipiche. Il Parlamento, pertanto, esorta la Commissione e i Paesi UE ad includere la prevenzione della povertà lavorativa all’interno dell’azione generale volta a porre fine alla povertà nell'Unione. 

Direttiva europea sul salario minimo

I deputati accolgono la proposta della Commissione di Direttiva UE [ COM ( 2020 ) 682 Final ] su salari minimi adeguati, considerandola un passo importante per garantire che tutti possano guadagnarsi da vivere con il proprio lavoro e partecipare attivamente alla società. Dove applicabile, la direttiva dovrebbe garantire che i salari minimi legali siano sempre fissati al di sopra della soglia di povertà. Inoltre, i datori di lavoro non dovrebbero adottare prassi che prevedono la deduzione dai salari minimi dei costi necessari per l'esecuzione del lavoro, come l'alloggio, gli indumenti necessari, gli strumenti, i dispositivi di protezione personale e altre attrezzature. 

Condizioni eque per i lavoratori delle piattaforme digitali 

La Risoluzione sottolineano che il quadro legislativo relativo alle condizioni minime di lavoro deve essere applicato a tutti i lavoratori come ulteriore elemento della lotta contro la povertà dei lavoratori, inclusi i lavoratori precari e atipici della gig economy. I lavoratori delle piattaforme digitali devono essere inclusi nelle leggi vigenti in materia di lavoro e nelle disposizioni in materia di sicurezza sociale. Inoltre, la proposta legislativa della Commissione dovrebbe garantire che i lavoratori delle piattaforme possano costituire rappresentanze dei lavoratori e formare sindacati per concludere contratti collettivi. 

Equilibrio attività professionale - vita familiare 

Il Parlamento, inoltre, invita gli Stati membri a recepire rapidamente la direttiva sull'equilibrio tra attività professionale e vita familiare e a darle piena attuazione. Poiché, tendenzialmente, le donne sono in media più esposte degli uomini al rischio di povertà e di esclusione sociale rispetto agli uomini, è fondamentale far fronte al divario retributivo di genere e garantire l'accesso a un'assistenza all'infanzia di qualità ed economicamente accessibile.