Sono 19.548 i contratti attivi al 15 dicembre 2025 secondo il report del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali dedicato al deposito telematico dei contratti aziendali e territoriali, attivato a seguito del Decreto interministeriale 25 marzo 2016 e relativo alla detassazione dei premi di produttività.
Un numero superiore del 3% al dato registrato nel 2024 che si traduce in oltre 5 milioni di lavoratori che beneficiano di premi collegati a un contratto di produttività (5.098.687, per la precisione), con un importo medio annuale di 1.605,24 euro.
La maggior parte (16.111) rientra nel novero dei contratti aziendali, mentre i restanti (3.437) sono contratti territoriali.
Diverse le finalità: 15.991 puntano al raggiungimento di obiettivi di produttività, 12.600 di redditività, 9.918 di qualità, mentre 2.106 prevedono un piano di partecipazione e 12.383 misure di welfare aziendale.
Pressocché stabile la suddivisione percentuale delle aziende che si avvalgono di questo strumento in termini di addetti: il 48% riguarda imprese con meno di 50 dipendenti. La quota restante si divide tra le aziende con almeno 100 dipendenti (37%) e quelle di fascia intermedia con numero di dipendenti compreso tra 50 e 99 (15%).
I premi corrisposti ai lavoratori sono sottoposti a un’aliquota per l’imposta sostitutiva che la Legge di Bilancio per il 2023 (articolo 1, comma 63, della Legge n. 197/2022) ha dimezzato rispetto al passato e portato al 5%. La detassazione è stata confermata nella Manovra per il 2024 (articolo 1, comma 18, Legge n. 213/2023) e sarà attiva nel triennio 2025-2027 secondo quanto disposto dalla Legge di Bilancio per il 2025 (articolo 1, comma 385, Legge n. 207/2024). La riduzione opera per i lavoratori dipendenti del settore privato, titolari di un rapporto di lavoro subordinato a tempo determinato o indeterminato e con un reddito da lavoro dipendente non superiore a 80mila euro nell’anno precedente, fino a un massimo di 3mila euro lordi, incrementabili a 4mila euro nelle imprese che coinvolgono pariteticamente i lavoratori nell’organizzazione del lavoro. Tra le misure previste nella Legge di Bilancio per il 2026, al momento in fase d’esame, un potenziale ulteriore abbassamento dell’aliquota all’1% e un innalzamento a 5mila euro lordi del tetto massimo.
