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CNEL : Sono 1.037 i CCNL dell'archivio ma il 57 % è scaduto


IL CNEL ha pubblicato il 17° rapporto periodico dei contratti collettivi sugli accordi in vigore, comprensivi delle parti contraenti, delle date di stipula, decorrenza e scadenza e dei relativi codici alfanumerici unici che, a partire da dicembre 2021, sono utilizzati per indicare il CCNL nei modelli Uniemens delle denunce retributive e contributive mensili all’INPS. 

Da settembre 2020 il codice attribuito dal CNEL ad ogni CCNL in fase di acquisizione deve essere utilizzato nelle comunicazioni obbligatorie per l’indicazione del contratto al Ministero del lavoro e delle politiche sociali e nei modelli Uniemens per le denunce retributive e contributive mensili all’INPS (art. 16-quater del decreto-legge 16 luglio 2020, n. 76, convertito, con modificazioni, in legge 11 settembre 2020, n. 120). 

La funzione dell’Archivio nazionale dei contratti è fondamentale perché consente di avere una fotografia aggiornata sullo stato della contrattazione collettiva in Italia. 

I contratti collettivi nazionali di lavoro depositati nell’Archivio nazionale del CNEL, aggiornato al 30 giugno 2023, sono 1.037 (CCNL lavoratori privati, CCNL lavoratori pubblici, CCNL lavoratori parasubordinati e Accordi Economici Collettivi per alcune categorie di lavoratori autonomi). Dei 976 CCNL relativi al settore privato, 553 risultano scaduti (57%). I lavoratori privati con un contratto scaduto al 30 giugno 2023 sono 7.732.902, il 56% su un totale di 13.839.335.

Tra i settori contrattuali privati caratterizzati dal maggior numero di dipendenti con contratto scaduto quello del “Terziario e Servizi”, con il 96%, seguito dal settore “Credito e Assicurazioni” con l’85%. Ben diversa la situazione relativa al settore dei “Trasporti” con solo il 6% di dipendenti con contratto scaduto, seguito da “Edilizia, legno e arredamento” e “Aziende di servizi”, con una percentuale pari al 15%. 

Fonte: CNEL