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Più informazioni sull’applicazione dei contratti collettivi: nuove norme proposte dal CNEL


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Il CNEL, con delibera della sua Assemblea del 26 giugno u.s., ha adottato un disegno di legge volto a collegare il patrimonio informativo costituito dal Registro delle imprese con le informazioni accessibili dall’Archivio nazionale dei contratti collettivi ( si ricordi che il Cnel, per espressa previsione dell’art. 99 della Carta costituzionale, “ha l’iniziativa legislativa e può contribuire all’elaborazione della legislazione economica e sociale secondo i principi ed entro i limiti stabiliti dalla legge”).

Prima di entrare nell’analisi del contenuto del disegno di legge, è utile richiamare alcuni aspetti.

In virtù della Legge n.936/1986, presso il CNEL è istituito ed operante “… l’archivio nazionale dei contratti e degli accordi collettivi di lavoro presso il quale vengono depositati in copia autentica gli accordi di rinnovo e i nuovi contratti entro 30 giorni dalla loro stipula e dalla loro stesura” (art. 17).

Successivamente, l’art. 16-quater del Decreto legge n. 76/2020 (L. conv. n. 120/2020), ha stabilito:

-il CNEL, in sede di acquisizione del singolo contratto collettivo nell'archivio dei contratti, attribuisce al contratto stesso un codice alfanumerico (ossia, un codice i cui simboli sono costituiti da lettere dell’alfabeto e da cifre numeriche), conformemente ad una composizione dei codici definita secondo criteri stabiliti dallo stesso CNEL d'intesa con il Ministero del lavoro e delle politiche sociali e con l’INPS;

- nelle comunicazioni obbligatorie e nelle denunce retributive mensili che i datori di lavoro sono obbligati ad inviare rispettivamente al Ministero del lavoro e all’INPS, il dato relativo al contratto collettivo applicato ai dipendenti è fornita tramite l’indicazione del codice alfanumerico attribuito dal CNEL al medesimo contratto collettivo.

Ciò consente di affermare: “Grazie al codice alfanumerico, l’archivio dei CCNL/AEC del CNEL e il flusso delle denunce retributive mensili dei datori di lavoro all’INPS (flusso informativo uniemens) sono integrati: il CNEL comunica all’INPS le variazioni dei codici alfanumerici e l’INPS comunica al CNEL il numero di aziende che dichiarano di applicare ciascun CCNL e il rispettivo numero di lavoratori dipendenti, disaggregati per genere e provincia” (così la presentazione del sistema in atto leggibile nel sito istituzionale del CNEL).

L’Archivio dei contratti collettivi è, inoltre, arricchito da una elaborazione effettuata dagli Uffici del CNEL, che associa al codice alfanumerico dei diversi contratti collettivi i codici ATECO delle attività economiche (di competenza ISTAT), Elaborazione che gli Uffici compiono considerando le attività economiche indicate dalle clausole dei collettivi volte a definire il proprio rispettivo campo di applicazione.

Più destinatari e più informazioni - Con il disegno di legge si intende fare un ulteriore passo, integrando con nuovi commi il predetto art. 16-quater.

In particolare, si punta ad ampliare la base informativa del registro dele imprese tramite l’inserimento del codice alfanumerico assegnato dal CNEL, che individua il contratto collettivo nazionale applicato dall’impresa/datrice di lavoro, nella visura camerale.

In questo modo, si intende costituire una base di dati di interesse nazionale, per fornire ai soggetti

interessati (amministrazioni, imprese, cittadini) dati e informazioni utili a garantire maggiore trasparenza al mercato delle imprese e del lavoro.

Il codice alfanumerico assegnato dal CNEL, che identifica in modo univoco il contratto collettivo nazionale di lavoro applicato dall’impresa, è introdotto nella visura camerale delle imprese con la possibilità di accedere tramite un link attivo direttamente al sito istituzionale del CNEL e consultare il testo integrale dell’accordo.

Regolamentando lo scambio di dati sugli addetti che avviene da anni tramite una convenzione tra INPS e Unioncamere, il disegno di legge prevede, inoltre, che l’Inps trasmetta al sistema informativo nazionale delle Camere di commercio i codici alfanumerici relativi ai contratti collettivi applicati dalle diverse imprese e, insieme, i “… micro-dati anonimi relativi ai dati anagrafici, alle caratteristiche del contratto, alla qualifica e alle informazioni territoriali su ciascun addetto riferito ad ogni singola impresa … “.

Non solo, quindi, ampliamento dei destinatari istituzionali delle informazioni ma anche arricchimento significativo della tipologia di dati da trasmettere, valorizzando anche il patrimonio informativo di cui l’Inps è in possesso.

Informazioni e dati che, secondo il disegno di legge, sono da trasmettere, ai fini della “…registrazione e successiva pubblicità …”, anche al REA/Repertorio delle notizie economiche e amministrative (art. 17 DPR n.581/1995).

Un secondo disegno di legge sula trasparenza contrattuale - L’Assemblea del CNEL ha approvato nella seduta del 24 luglio u.s. un Disegno di legge su “Trasparenza contrattuale, prospetto paga, codice contratto”.

Attraverso la puntuale indicazione del codice alfanumerico unico relativo al contratto collettivo, si obbliga il datore di lavoro a comunicare al lavoratore il contratto collettivo nazionale che disciplina il rapporto individuale di lavoro.

Secondo il disegno di legge, il codice deve essere specificato anche nel prospetto paga, con conseguente maggiore chiarezza nell’individuazione della normativa lavoristica applicabile.

Il testo approvato dal CNEL, infine, impone al datore di lavoro di specificare e nel prospetto paga non solo la qualifica professionale ma anche l’inquadramento contrattuale del lavoratore. Specificazione rilevante a vari fini e, in primo luogo, rilevante ai fini dell’esercizio dello ius variandi (l’art. 2103 del c.c. prevede che sia proprio il livello di inquadramento a fungere da principale limite al cambiamento delle mansioni).

L’archivio dei contratti collettivi del CCNL e il codice dei contratti pubblici - L’articolo 11 del codice dei contratti pubblici (d. lgs. n. 36/2023) e l’Allegato I.01 allo stesso codice richiedono che le stazioni appaltanti indichino, negli atti di gara, il CCNL applicabile al personale dipendente impiegato nell’appalto, individuandolo tra quelli stipulati dalle organizzazioni sindacali e datoriali comparativamente più rappresentative sul piano nazionale ed il cui ambito di attività sia strettamente connesso con l’oggetto dell’appalto.

L’articolo 2 dell’Allegato I.01 prevede, in particolare, che le stazioni appaltanti identifichino le attività da eseguire mediante l’indicazione nei bandi dei relativi codici ATECO (classificazione delle attività economiche adottata dall’ISTAT) e che individuino l’ambito di applicazione del contratto collettivo di lavoro in relazione ai sottosettori con cui sono classificati i contratti collettivi nazionali depositati nell’archivio dei CCNL istituito presso il CNEL.

Le innovazioni prefigurate dai disegni di legge CNEL lasciano fermo quanto previsto in tema di gare pubbliche, restando confermate le regole e le prassi ad esse conformi seguite fin qui anche in termini di consultazione dell’Archivio CNEL dei contratti da parte delle stazioni appaltanti e anche da partecipanti alle gare interessati ad applicare un contratto collettivo diverso da quello indicato dalla stazione appaltante.

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