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OCSE - Taxing wages 2023 : Cuneo fiscale stabile ma sui salari incide l’ inflazione.


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L’Ocse ha pubblicato il consueto rapporto annuale ( Taxing Wages 2023 ) sull’andamento del cuneo fiscale nei diversi paesi.  

Lo studio mostra un aumento dei salari nominali a fronte della netta riduzione delle retribuzioni reali causata dall’elevata inflazione in tutta l’area OCSE. 

In prima battuta, il rapporto  si concentra sul confronto tra Paesi. 

La percentuale del costo del lavoro pagata come imposta sul reddito delle persone fisiche varia notevolmente tra i Paesi Ocse. I valori più bassi si registrano in Colombia, Costa Rica e Cile (tutti pari a zero), mentre Repubblica Ceca, Grecia, Giappone, Corea, Messico, Polonia, Repubblica Slovacca, Slovenia e Turchia sono anch’essi al di sotto del 10%. La quota più alta si registra in Danimarca (35,5%), mentre Australia, Belgio, Islanda, Irlanda e Nuova Zelanda superano il 20%. Anche la percentuale del costo del lavoro pagata in termini di contributi sociali dai dipendenti varia notevolmente, da zero in Australia, Colombia, Danimarca e Nuova Zelanda al 19% in Slovenia e al 19,2% in Lituania. In Francia i datori di lavoro pagano il 26,7% del costo del lavoro in contributi sociali, la percentuale più alta tra i Paesi Ocse. In Italia raggiungono il 24%. 

Oltre ai valori medi nazionali, il Report analizza il diverso impatto di tasse e contributi sociali sui redditi per otto diversi tipi di famiglia in base alla loro composizione e livello di reddito.  

Per un singolo lavoratore che percepisce il salario medio, il cuneo fiscale varia dal 53% in Belgio allo 0% in Colombia, con una media del 34,6% in tutta l’Ocse. Nel nostro Paese la differenza tra il costo per il datore di lavoro e la retribuzione netta percepita dal dipendente si attesta al 45,9%, con un aumento di 0,47 punti percentuali in più rispetto al 2021. Il valore è ottenuto sommando il 15,3% di incidenza dell’imposta sui redditi (Ocse 13%), il 6,6% di contributi a carico del lavoratore (Ocse 8,2%) e il 24% dei contributi a carico del datore di lavoro (Ocse 13,4%). L’Italia si conferma così al quinto posto nella classifica dei Paesi Ocse che registrano il cuneo fiscale più elevato per i lavoratori single senza figli, dopo Belgio (53%), Germania (47,8%), Francia (47,0%), Austria (46,8%). 

Incidenze sul costo del lavoro meno elevate si registrano per le famiglie con un solo reddito e due figli. Le famiglie hanno registrato una diminuzione del cuneo fiscale fino ad arrivare al 34,9%, con una media OCSE del 25,6%. Molto del merito dell’abbassamento del cuneo fiscale va all’assegno unico che ha fatto abbassare di 11 punti l’incidenza di tasse e contributi. Il costo del lavoro si alza, invece, se i redditi da lavoro sono due, quelli dei genitori. L’incidenza è del 37,4%, in diminuzione di oltre due punti percentuali rispetto al 2021 (39,5%). Anche per le famiglie con due redditi la media Ocse è distante otto punti percentuali (29,4%).  

Fonte : OCSE